REGGIO EMILIA – Il 25 aprile si avvicina e, purtroppo, anche quest’anno le celebrazioni saranno in forma ridotta. Questa mattina, in Sala del Tricolore, la testimonianza di due giovani di allora, Giacomina Castagnetti e Giglio Mazzi, in un incontro che è stato trasmesso su internet.
“Quel giorno ho aperto tutte le finestre – il racconto della staffetta Giacomina – Erano 5 anni che vivevamo con le finestre tappate per paura dei bombardamenti e per me la Liberazione è stata l’aria. Avevo bisogno di aria e di libertà”. Giacomina Castagnetti lo ricorda così il 25 aprile 1945, con l’aria che entrava finalmente in casa dalle finestre e un un ragazzo tedesco che si è presentato a casa sua. “Chiedeva solo dell’acqua. Il giorno prima era un nemico, ma in quel momento sentivamo che la guerra era finita e non provavo odio”.
Nata in una famiglia antifascista di Roncolo, Giacomina durante la guerra era a Castellazzo – periferia rurale di Reggio Emilia – con i fratelli e la madre. Ha trascorso l’infanzia e la giovinezza durante il fascismo, è diventata staffetta partigiana e nel dopoguerra si è impegnata con l’Udi: è stata la prima consigliera comunale di San Martino in Rio, la ragazza che guida il trattore R60 nella famosa foto dell’occupazione delle Officine Reggiane del 1950-51. Da sempre, impegnata per i diritti delle donne: “La mia vittoria è stata vedere che la Costituzione attribuiva pari diritti a tutti”.
La sua testimonianza è stata al centro dell’incontro, trasmesso sulle pagine Facebook e sui canali YouTube del Comune e di Istoreco. Con lei anche Giglio Mazzi, nome di battaglia “Ali”: “Facevo parte del distaccamento Katiuscia – ha raccontato – uno dei gruppi della 37ª brigata partigiana Gap. Ho combattuto e sono rimasto ferito”. Gli studenti di diverse scuole reggiane si sono collegati e hanno potuto fare domande a Giacomina e a Giglio, preziosi testimoni della storia della Resistenza. “Oggi raccontarlo ai ragazzi è difficile”, hanno detto entrambi.
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