REGGIO EMILIA – Dopo 70 anni non sarà più la famiglia a guidare l’azienda di Rivaltella fondata nel 1956 dal cavalier Lucio Ferrarini e che oggi conta circa 500 dipendenti, ma il gruppo valtellinese Pini. Lo ha stabilito la sentenza del collegio dei giudici, presidente Parisoli a latere Boiardi e Niccolò Stanzani, che ha approvato l’omologa del concordato preventivo al termine di un lungo iter iniziato nel 2018 quando esplose la situazione debitoria della Ferrarini esposta per quasi 290 milioni di euro. La storica azienda manterrà il marchio e passa dunque a Pini per l’80% della proprietà mentre il 20% sarà di Amco, la partecipata statale. Il piano prevede che “la società Ria, Rilancio Industrie Agroalimentari Srl, partecipata da appunto da Pini Italia e Amco subentri integralmente nel capitale sociale della debitrice”. Presto sarà nominato il nuovo Cda. In totale, tra creditori privilegiati e chirografari, vanno pagati circa 160 milioni di euro e per i quali il gruppo valtellinese ha confermato la copertura. In una nota Ferrarini Spa ‘esprime soddisfazione per la decisione del tribunale.
Nonostante la bufera di questi anni l’azienda ha continuato a generare utili rimanendo sul mercato. Nei primi 11 mesi del 2022 ha registrato ricavi per 120 milioni di euro, con un utile intorno ai 3 milioni di euro.
Il Tribunale ha anche preso atto che il socio di controllo di Ferrarini Spa, la società in accomandita semplice Cinque di Maria Licia Ferrarini & C. ha trasferito l’80% del capitale sociale ad un soggetto terzo la Morello Srl, con sede in Modena, il cui capitale è integralmente detenuto dal dott. Federico Fiorcari, che si è impegnato a trasferire a sua volta le quote a Ria Srl. Il piano prevede il ripristino della piena attività produttiva, il mantenimento dell’occupazione e sinergie con il Gruppo Pini. Annunciato anche l’ investimento 70 milioni di euro per la costruzione di nuovo stabilimento in provincia di Reggio. Da quanto si apprende, Re-New Holding, cordata che si era opposta a Pini, continuerà a opporsi e farà ricorso. Una vicenda dunque che non è ancora del tutto archiviata e soprattutto non è ben chiaro quale sarà il ruolo della famiglia Ferrarini, cioè i 5 fratelli, in questa nuova gestione.
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