REGGIO EMILIA – Il 22 gennaio in Tribunale l’adunanza dei creditori di Ferrarini sarà chiamata ad esprimersi sulla proposta di concordato preventivo presentata dall’azienda di Rivaltella. L’approvazione del concordato aprirebbe la strada al passaggio della Ferrarini sotto il controllo del gruppo Pini di Sondrio. Un gruppo con un fatturato di 1,6 miliardi di euro. Risalendo la catena di controllo di alcune delle aziende del gruppo si arriva in un’isola a 70 chilometri dalle coste turche.
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Cipro, paradiso fiscale nel bel mezzo del Mediterraneo, è uno dei centri degli interessi della famiglia Pini, che si prepara a rilevare l’80% di Ferrarini spa. La frequentazione dell’isola da parte dei re delle bresaole risale a più di dieci anni fa. La testimonianza più rilevante di questa antica consuetudine si ritrova nell’assetto societario di Hungary Meat Kft, azienda del gruppo Pini con sede in Ungheria. Si tratta di uno dei più importanti macelli suini d’Europa, con circa 300 milioni di euro di ricavi annui. Il capitale sociale è interamente detenuto da una società cipriota, la Mi Meat Investment Limited. La Mi Meat è stata costituita il 21 febbraio 2007. I ruoli amministrativi di direttore e segretario sono affidati ad altre due società di Cipro, Fidulex e Lexjuria.
Dall’organigramma del gruppo Pini contenuto nella relazione del commissario giudiziale, la società cipriota che controlla il macello ungherese risulta essere di proprietà di Piero Pini. Aspetto delicato, questo, perché sembra contraddire le rassicurazioni secondo le quali non esisterebbero collegamenti fra l’imprenditore valtellinese, accusato di frode fiscale in Ungheria, e Pini Holding, che fa capo al figlio Roberto. Questi dettagli non sono secondari, dal momento che la magiara Hungary Meat è una delle due società della famiglia Pini garanti dell’aumento di capitale di Ferrarini spa che sta alla base della proposta di concordato che sarà sottoposta il 22 gennaio ai creditori. Per di più, tra gli amministratori della società cipriota appaiono persone fisiche e giuridiche, come Antri Athanasiou e Ergofinance Limited, i cui nomi ricorrono nei Panama Papers, la celeberrima inchiesta del Consorzio internazionale giornalisti investigativi sui paradisi fiscali, in relazione a società delle Isole Vergini Britanniche.
Il caso ungherese non è comunque isolato. Nel 2013 il gruppo Pini acquisì il controllo della Ghinzelli, grossa azienda di macellazione di Viadana, attraverso Pini Italia. Le quote di quest’ultima società erano detenute anche in quel caso da una società di Cipro costituita nel luglio 2009. Curiosamente, il nome della società – Uschi Digard – coincideva con quello di una pornostar svedese degli anni Settanta.
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