REGGIO EMILIA – Incontro sulla situazione di Ferrarini, questa mattina, tra i vertici del gruppo e le organizzazioni sindacali. La proprietà ha rassicurato i sindacati sul buon andamento dell’azienda e ha ribadito che la lavorazione dei cotti sarà trasferita da Rivaltella. Due le opzioni illustrate: un nuovo stabilimento oppure l’individuazione di un sito industriale già esistente.
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“E’ un impegno rinnovato e credo sia di buon auspicio per la continuità produttiva”. Così Enzo Mesagna, coordinatore nazionale Fai Cisl del Gruppo Ferrarini.
Di un nuovo stabilimento per gli oltre duecento dipendenti di Ferrarini che lavorano all’interno di villa Corbelli, residenza settecentesca trasformata in impianto produttivo, si era parlato già tre anni fa. Da quando, cioè, ha preso il via la procedura di concordato preventivo. Un progetto che assume nuovi significati alla luce della decisione del Tribunale di Reggio, che ha ordinato la vendita all’asta di Villa Corbelli. ll giudice ha fissato prezzo base e data dell’asta, che si svolgerà il 14 dicembre.
La questione è stata al centro di un confronto tra i vertici di Ferrarini Spa e le organizzazioni sindacali. “Si innesta un arco temporale di utilizzo di questa struttura, che diventa limitato a poco più di un paio d’anni. La preoccupazione era che si potesse arrivare non in tempo con questo stabilimento, la possibilità di dare continuità occupazionale attraverso il reperimento di strutture già esistenti crediamo sia un’ottima argomentazione”, sostiene Ennio Rovatti del sindacato Uila-Uil Modena e Reggio.
Il nuovo stabilimento sarebbe realizzato dal gruppo lombardo Pini ampliando il polo logistico di Ferrarini, situato lungo la Statale 63, di fronte alla Vasca di Corbelli. Il percorso urbanistico sarebbe lungo e non è ancora iniziato. Ma nell’ultimo incontro è emerso un piano B: individuare nella nostra provincia un sito industriale dismesso da riattivare.
Il gruppo Pini di Sondrio ha promosso, assieme alla finanziaria pubblica Amco, una proposta concordataria ancora al vaglio del tribunale. Interessata all’acquisizione e al rilancio resta la cordata formata da Bonterre Grandi Salumifici e dall’organizzazione di allevatori Opas.
Nelle due ore di confronto con l’azienda, Cgil, Cisl e Uil hanno anche ricevuto aggiornamenti sull’andamento della produzione,
‘Abbiamo ricostruito gli ultimi periodi e chiesto garanzie sul proseguimento”, chiosa Andrea Gambilara, segretario nazionale Flai-Cgil.
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