REGGIO EMILIA – Unicredit non è l’unica banca che, per recuperare una parte dei crediti che vanta verso aziende e persone fisiche della galassia Ferrarini, sta cercando di aggredire il patrimonio della famiglia. Come abbiamo riferito nei giorni scorsi, il gruppo creditizio milanese ha ottenuto il pignoramento di una ventina di immobili, tra i quali la villa di Rivaltella. Beni di proprietà di Lina Botti, vedova di Lauro Ferrarini, che erano stati posti a garanzia di finanziamenti erogati nel lontano 2003 e non completamente rimborsati. Il mancato rispetto del decreto ingiuntivo, per una somma di 1,7 milioni di euro, ha innescato una procedura esecutiva immobiliare del Tribunale di Reggio. Giudice delegato è Camilla Sommariva, che ha incaricato un perito, il geometra Riccardo Masini, di redigere una stima del valore dei beni immobili pignorati da Unicredit.
Ora anche altre banche creditrici chiedono al Tribunale di Reggio di inserirsi nella procedura per partecipare alla distribuzione delle somme che saranno ricavate dalla vendita dei beni. Una è la Banca del Mezzogiorno-Mediocredito Centrale, agenzia per lo sviluppo di proprietà del Ministero dell’Economia. L’istituto si dichiara creditore di 11 milioni di euro in forza di finanziamenti erogati nel 2014 e garantiti da ipoteca su beni di proprietà, tra gli altri, della vedova Ferrarini. Presidente della Banca del Mezzogiorno è Bernardo Mattarella, nipote del Capo dello Stato. La seconda banca che ha chiesto di partecipare alla procedura esecutiva insieme a Unicredit è Intesa Sanpaolo. L’istituto è creditore di Lina Botti in virtù di due decreti ingiuntivi emessi dallo stesso Tribunale di Reggio il 31 ottobre 2019 e il 1° giugno 2020. La somma richiesta da Intesa supera i 18 milioni di euro.
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