MILANO (Reggio Emilia) – Slogan e cartelli per manifestare la preoccupazione per il proprio posto di lavoro ma con un obiettivo preciso. Nel mirino Banca Intesa davanti alle cui sedi milanesi si è svolto un presidio di alcuni dipendenti Ferrarini, azienda in concordato preventivo da tre anni. Partiti a bordo di pullman organizzati, una volta a Milano una delegazione di tre persone è andata in Prefettura a spiegare le ragioni della protesta. Altri manifestanti hanno stazionato nei pressi della sede principale mentre un gruppo di 10/15 dipendenti si sono spostati davanti ad una seconda sede. Intesa San Paolo è accusata di aver cercato di sabotare il piano concordatario. Va ricordato che l’Istituto vanta crediti per 100 milioni di euro e che agisce in modo legittimo per il recupero del prestito concesso ai Ferrarini. I dipendenti in trasferta e ufficialmente messi in ferie dopo che la proprietà ha deciso di tenere chiusi per tutta la giornata, gli stabilimenti di Rivaltella e di Lesignano Bagni, vestiti di bianco come le bandiere aziendali che venivano sventolate, hanno fatto circolare un documento da cui hanno preso spunto le dichiarazioni diffuse al microfono dai portavoce.
La protesta è stata indetta dalle Rsu aziendali mentre le sigle sindacali di settore di Cgil, Cisl e Uil ne hanno preso le distanze e si sono dissociate dall’iniziativa rinnovando la richiesta di un tavolo istituzionale e di incontro presso il Ministero dello Sviluppo Economico. Richiesta condivisa oggi dal Movimento 5 Stelle e dal deputato Davide Zanichelli.
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