REGGIO EMILIA – Nella relazione per l’adunanza dei creditori di Vismara del 19 novembre, il commissario giudiziale Franco Cadoppi è stato netto: a suo giudizio, i creditori farebbero bene ad approvare la proposta concordataria. Il piano dei Ferrarini, scrive Cadoppi, “impone ai creditori sacrifici enormi”, ma una procedura liquidatoria si risolverebbe, secondo il commissario, in un salasso ancora peggiore. Cadoppi però è stato altrettanto netto nella valutazione delle prospettive di recupero dei crediti.
Il nodo sono i 93 milioni di euro di crediti vantati dai creditori chirografari. La proposta prevede di pagare questi creditori non in denaro, ma attraverso l’assegnazione di Sfp – Strumenti finanziari partecipativi – in misura pari al 20% del credito vantato. Se la gestione di Vismara generasse degli utili, i possessori degli Sfp potrebbero percepire una sorta di dividendo annuo in un arco di tempo di 15-20 anni o anche oltre. Cadoppi aggiunge che, nonostante un riequilibrio fra costi e ricavi, Vismara, da quando è in concordato preventivo, ha chiuso raramente i conti mensili in pareggio. Il commissario giudiziale è chiaro: “Con la materiale consegna dei relativi certificati – scrive – Vismara avrà eseguito la sua obbligazione. L’azienda non assume alcun obbligo giuridico e non assicura affatto ai creditori chirografari che, in futuro, gli Strumenti finanziari partecipativi potranno trasformarsi effettivamente in denaro”. Ma se le cose stanno così, quanto valgono i certificati che saranno consegnati a creditori? La risposta del commissario giudiziale non lascia molto spazio alle illusioni: “Credo non possa dubitarsi – scrive nella relazione – che il valore economico ragionevolmente attribuibile oggi agli Sfp tende a zero”.
La relazione gela i chirografari: “I crediti Vismara? Non valgono niente”. VIDEO
23 novembre 2020Non c’è nessuna garanzia che i certificati assegnati possano trasformarsi in denaro: a spiegarlo è Franco Cadoppi, commissario giudiziale del salumificio del gruppo Ferrarini