REGGIO EMILIA – Villa Corbelli è il simbolo di Ferrarini ed è al tempo stesso anche uno dei simboli del dissesto del gruppo. Perché è andata all’asta? E’ andata all’asta perché l’immobile, fin dal 2003, era stato posto a garanzia di finanziamenti bancari che sono stati rimborsati solo in parte. E’ per questo che la banca creditrice, Unicredit, ne ha chiesto e ottenuto il pignoramento. Ma il mancato rimborso di quel mutuo va letto nel contesto della complessiva situazione di insolvenza del gruppo. I commissari giudiziali hanno quantificato il passivo complessivo delle diverse aziende in 629 milioni: 257 per Ferrarini spa, 118 per Vismara e 254 per Società Agricola Ferrarini. Le quattro principali società lussemburghesi della famiglia hanno altri 245 milioni di debiti, una parte dei quali proprio verso le aziende citate prima.
Ma di chi era Villa Corbelli fino ad oggi? Qui viene uno degli aspetti più interessanti della vicenda. L’immobile che ospita la direzione e lo stabilimento per la cottura dei prosciutti era di proprietà di Lina Botti, vedova dell’imprenditore Lauro Ferrarini, scomparso nel 2010. Il paradosso sta nel fatto che l’azienda, per acquistare la villa di Rivaltella, ha versato fra il 2012 e il 2018 quasi 37 milioni di euro a Lina Botti e ad altri eredi Ferrarini. Ma il prezzo d’acquisto, inizialmente fissato in 36,8 milioni, nel 2016 fu modificato in 40 milioni e così non è mai stato pagato per intero. E’ per questa ragione che la vedova Ferrarini è rimasta proprietaria fino ad oggi, nonostante gli acconti che le sono stati versati dall’azienda.
A dispetto dei 40 milioni di valutazione e dei quasi 37 versati, Villa Corbelli è andata all’asta ad un prezzo base di 3,68 milioni ed è stata aggiudicata con un’offerta minima di 2,76 milioni. Perché? Perché questo è il suo valore reale, secondo i periti nominati dal Tribunale. La valutazione di 40 milioni, ha scritto il giudice dell’esecuzione immobiliare Camilla Sommariva nell’ordinanza di vendita, è “eccessiva” e si spiega solo in quanto il contratto di compravendita era stato stipulato “tra soggetti riconducibili alla medesima sfera di interessi personali ed economici”.
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