REGGIO EMILIA – Buona la prima. Per la vendita di Villa Corbelli e delle aree agricole circostanti è bastata una sola asta. Niente competizione, niente rilanci. Al giudice dell’esecuzione immobiliare è arrivata un’unica busta per ciascuno dei due lotti. Entrambe le offerte portano la firma del gruppo Pini di Sondrio, che ha stretto da tempo un accordo con la famiglia Ferrarini per rilevare l’80% del capitale dell’azienda. Il primo lotto, il più importante, quello costituito dal quartier generale del gruppo Ferrarini e da un edificio a uso residenziale di 500 metri quadrati, se lo è aggiudicato Pini Immobiliare. La società della famiglia Pini ha messo sul piatto 2 milioni e 760mila euro, pari all’offerta minima fissata dal Tribunale. All’interno di Villa Corbelli, oltre agli uffici dell’azienda, c’è anche lo stabilimento per la produzione dei prosciutti cotti.
La famiglia Pini è stata l’unica partecipante anche all’asta per il secondo lotto: più di 380mila metri quadrati di terreni agricoli, sempre a Rivaltella, suddivisi in due appezzamenti. L’offerta minima era di 825mila euro. In questo caso i Pini, attraverso la Società Agricola Pini, hanno offerto poco più di 1 milione.
Dunque il gruppo di Sondrio, colosso della macellazione suina e delle bresaole, ha investito nel complesso circa 3,8 milioni di euro per evitare che la vendita all’asta di Villa Corbelli diventasse un elemento di instabilità nel futuro di Ferrarini. La prospettiva, quantomeno a medio termine, è comunque quella di una cessazione dell’attività produttiva. Il perito nominato dal Tribunale per stimare il valore dell’immobile ha infatti concluso che l’utilizzo della villa di Rivaltella come stabilimento produttivo non è legittimo, tanto che la Soprintendenza ha intimato da tempo la demolizione degli ampliamenti realizzati per fini produttivi.
“L’acquisto della villa di Rivaltella è il segnale più chiaro del nostro interesse per la crescita di Ferrarini ed è la dimostrazione di quanto crediamo nel progetto e nella sua storia. Storia di cui la villa rappresenta uno dei simboli”.
Lo dichiara l’amministratore delegato di Pini Holding, Roberto Pini.
“Siamo contenti- spiega Pini- del risultato ottenuto, innanzitutto per la continuità aziendale e la tranquillità di dipendenti e maestranze. Adesso entra ancor più nel vivo il nostro progetto per la crescita in Italia, dove come Pini Italia srl e Ghinzelli srl siamo i primi macellatori della filiera DOP italiana con un milione e mezzo di capi annui tanto che Pini Italia attualmente ha una quota di mercato del 20%. Con Ferrarini stiamo lavorando a percorsi integrati sulle filiere animal welfare, antiobiotic free e sulla filiera biologica utilizzando esclusivamente suini del circuito Dop nati, allevati e macellati nei nostri macelli italiani”.
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