REGGIO EMILIA – Per chi non va in villeggiatura, l’evasione ferragostana può chiamarsi ‘teatro dialettale’. Nelle piazze, magari accompagnati da una fetta d’anguria, migliaia di spettatori sono ancora alla ricerca di un paio di ore di serenità e di svago. Antonio Guidetti, da decenni mattatore del teatro in vernacolo, in questi giorni ha l’agenda piena: “Domani sera, il 14, siamo a Marola, il 15-16 siamo a Sant’Ilario alla Sagra di San Rocco, il 17 invece siamo a San Ruffino. In quest’ultima località porteremo lo spettacolo “Essere ignoranti è un diritto ma qualcuno se ne approfitta”.
Il teatro dialettale è ancora vivo e vegeto malgrado la lingua dei padri sia sempre meno parlata. L’estate è la stagione in cui commedie e farse la fanno da padrone “L’estate è il periodo dove si lavora di più tra feste in piazza, di partito e sagre” – ha ammesso Guidetti. Quindi gli attori dialettali non vanno in vacanza? “No, è da anni. Anche quando lavoravo, fino al 2008, non sono mai andato. A me piace andarci quando non c’è confusione”.
Antonio Guidetti in questi giorni è già al lavoro per scrivere il testo che proporrà secondo tradizione a capodanno, quest’anno al teatro Novecento di Cavriago. Come si intitolerà? Lasciatemi stare per piacere, il titolo è in italiano ma la commedia è dialettale”.
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