REGGIO EMILIA – Quattrocento firme già raccolte in un solo giorno, ma adesso Unione Universitaria chiama a raccolta tutta la comunità accademica di Unimore per convincere l’ateneo a sospendere ogni accordo, scambio Erasmus, bando o progetto di ricerca con Israele. “La drammatica situazione di Gaza impone di schierarsi senza indugi”, sottolinea il coordinatore Giammarco Fabiano. Per due volte, denuncia Unione Universitaria, l’ultima lo scorso 15 luglio, il Senato Accademico non ha voluto discutere le mozioni presentate dall’associazione studentesca per chiede l’interruzione dei rapporti con uno Stato il cui primo ministro Netanyahu lo scorso novembre ha ricevuto un mandato di arresto della Corte Penale Internazionale per crimini contro l’umanità. Così Udumore ha deciso di lanciare una petizione che dia voce al sentimento diffuso tra studenti, dottorandi, specializzandi, ricercatori, docenti e personale dell’ateneo modenese e reggiano.
In attesa di quello che appurerà la commissione appositamente istituita dal Senato Accademico sugli accordi stipulati tra Unimore e le università israeliani, gli studenti chiedono di interrompere subito la partecipazione al progetto di ricerca “Store!”, finanziato nel 2024 dalla Commissione Europea, per lo sviluppo di tecnologie belliche. Progetto militare, in cui Unimore è l’unica università italiana coinvolta, coordinato dal colosso francese Thales Group, già coinvolto con l’industria bellica israeliana nel programma Scorpion, che ha sviluppato un sistema di comando digitale per connettere simultaneamente droni, robot e soldati, testato anche nei Territori Palestinesi Occupati.
“Nel momento in cui abbiamo richiesto informazioni sulla ricerca, ci hanno detto che è secretata. Cosa che genera non pochi dubbi. Nel momento in cui la ricerca vale più di una vita umana, deve essere messa da parte”, chiosa Giammarco Fabiano di Unione Universitaria – Udu Modena e Reggio.
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