REGGIO EMILIA – L’anno scorso i dipendenti di Seta hanno fatto 80.600 ore di straordinario. I giorni di ferie non goduti a fine 2024 erano più di 43mila. Questi due dati, insieme al raddoppio delle ore di sciopero, fotografano la situazione di difficoltà che l’azienda di trasporti vive nel reperimento del personale. I dipendenti tra Reggio, Modena e Piacenza sono un migliaio. Il numero di operai e conducenti l’anno scorso è sceso a 868, vale a dire 33 in meno rispetto all’anno prima. Si tratta prevalentemente di autisti che decidono di tornare nelle città di provenienza, al Sud. Le dimissioni l’anno scorso sono state meno che nel 2023, ma rimpiazzare chi se ne va è difficile, soprattutto a Reggio e Modena.
I passeggeri trasportati l’anno scorso sono stati quasi 77 milioni, di cui 26 milioni nel bacino di Reggio, con una crescita del 4 per cento. A tariffe invariate, Seta ha registrato ricavi da utenti per 30,7 milioni. Biglietti e abbonamenti coprono dunque circa il 28 per cento dei costi del trasporto pubblico locale. Il resto delle entrate è derivato per 65,3 milioni dai contratti di servizio e per quasi 25 milioni da contributi, in parte eccezionali e non ripetibili, che hanno permesso di chiudere il bilancio 2024 con un risultato netto di quasi 2 milioni.
L’indebitamento bancario è di 43 milioni di euro e l’anno scorso Seta ha dovuto pagare quasi 2,5 milioni di oneri finanziari. Sul fronte del contrasto ai “furbetti dell’autobus”, le multe l’anno scorso sono state più di 76.600. Gli incassi, pari 655mila euro, sono cresciuti del 20 per cento.
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