REGGIO EMILIA – “Fermare Pechino. Capire la Cina per salvare l’Occidente”: è il titolo completo dell’ultimo lavoro di Federico Rampini, edito da Mondadori. Una riflessione sul rischio che la Cina sovrasti, non solo economicamente, il vecchio continente e gli Stati Uniti.
“Questa è una Cina che ha un progetto imperiale, è una Cina che ha acquisito un’autostima, una coscienza di sé come non aveva da qualche secolo. E’ convinta di poter dominare il mondo. Probabilmente nel lungo, lunghissimo periodo ci riuscirà. Non c’è modo di fermare Pechino”.
Parlando con TG Reggio Rampini ha fornito una valutazione sul progetto di Silk Faw per la realizzazione a Reggio Emilia di uno stabilimento per la produzione di auto elettriche e ibride di lusso. Un’operazione che nasce da un’alleanza fra il fondo statunitense KraneShares e Faw, il maggiore produttore cinese di automobili. “E’ uno dei grandi protagonisti dell’industria cinese dell’auto elettrica. Loro in Cina vogliono fare produzione di massa di auto dei segmenti medio-bassi su grandi volumi. L’operazione che hanno fatto qui a Reggio è un’operazione molto intelligente, naturalmente dal nostro punto di vista anche inquietante, perché sono venuti nel distretto automotive più avanzato del mondo per cercare di stare più vicini possibili alla Ferrari, alla Lamborghini, e captare intelligenze, talenti, possibilmente anche un po’ di maestranze”.
Rampini ha riferito della preoccupazione del sindaco di Modena Muzzarelli per lo sbarco di Silk Faw a Reggio. Qualche settimana fa, a Rai Tre, il giornalista aveva raccontato che Modena aveva detto no all’investimento. Ma come dovrebbe comportarsi un’amministrazione locale? “Naturalmente un investimento estero è sempre il benvenuto. In un territorio porta ricchezza e quindi è difficile dire di no. Bisogna stare attenti al modo in cui si comportano perché può diventare anche nel lungo termine un comportamento predatorio”.
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