REGGIO EMILIA – La sigla, Spid, è ormai diventata di uso comune. Sta per Sistema Pubblico di Identità Digitale. Uno strumento sempre più imprescindibile per disbrigare da casa, davanti a un terminale, una gran varietà di commissioni. Dalla prenotazione di visite ed esami sanitari, alle pratiche previdenziali compilabili sul portale dell’Inps, passando dall’iscrizione dei figli a scuola.
Complici il covid e le misure di lockdown, le richieste di identità elettronica si sono impennate nel 2020. Da traino hanno fatto anche gli incentivi statali come il bonus bici e il Cashback. “Prima del lockdown viaggiavamo sulle diecimila attivazioni al mese, siamo arrivati a gestirne 75mila in un mese, con picchi giornalieri di 5mila richieste”.
A parlare è Kussai Shahin, responsabile Spid di Lepida, società partecipata da Regione, enti locali, aziende sanitarie e università, diventata, con 516mila identità rilasciate, quarto gestore nazionale di profili Spid. Tra gli utenti ci sono 35mila reggiani, gran parte dei quali, 25mila, si sono iscritti lo scorso anno. Le modalità di attivazione offerte sono diverse. Per identificarsi presentandosi di persone, nella nostra provincia sono operativi 112 sportelli, tra sedi comunali, dell’Ausl e farmacie. Pioniere in Italia Lepida lo è stata nella procedura tramite riconoscimento con videoregistrazione e bonifico simbolico, iter che tuttavia ha subìto rallentamenti nei giorni in cui il sistema si è trovato maggiormente sotto stress. Con difficoltà per gli utenti a mettersi in contatto con un operatore sia al telefono che tramite email. Fondamentale è sempre seguire con scrupolo ogni indicazione, specie se riguarda la registrazione del video. “Noi ad oggi abbiamo rilasciato circa 6mila identità con questa modalità, ma ne abbiamo negate altrettante proprio perché erano sbagliati i video”.
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