FEBBIO (Villa Minozzo, Reggio Emilia – E’ stata subito salutata da un buon afflusso di persone, nonostante la notizia fosse stata ufficializzata solo sabato, la riapertura della seggiovia di Febbio avvenuta domenica. Si tratta dell’impianto triposto che porta fino a quota 1.500 sulle pendici del Cusna, che era fermo dal 2021, quando in piena ondata covid si decise di affrontare la revisione obbligatoria ogni 15 anni della seggiovia. Un passaggio che oltre a importanti interventi strutturali ha richiesto anche diverse incombenze burocratiche tutt’altro che semplici. L’ultima approvazione è arrivata infatti pochi giorni fa dall’Ustif, organo del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, competente in materia di sicurezza per diversi sistemi di trasporto, comprese le seggiovie.
Ora per tutto settembre gli impianti saranno in funzione nel weekend, al sabato e alla domenica, dalle ore 9 fino alle 17. Ha riaperto anche il Rifugio Armaduk, posto all’arrivo ai 1.500 metri, che manterrà gli stessi orari della seggiovia. Il nuovo gestore degli impianti è la società Planeta di Reggio, mentre la titolarità della stazione è passata dai locali Usi Civici al Comune di Villa Minozzo, che ora si sta muovendo per cercare di recuperare attraverso la Legge sul turismo i fondi per il riposizionamento anche della “2000”, il tratto di seggiovia che porta fino alla vetta del Cusna: questo impianto è arrivato infatti alla scadenza della sua vita tecnica e deve essere sostituito.
A rendere possibile l’apertura sono state anche le prove di soccorso ed evacuazione fatte venerdì dai vigili del fuoco del nucleo speleo alpino fluviale. Un collaudo pianificato in sinergia con l’Amministrazione comunale da parte dei tecnici del Ansfisa, ovvero, dell’Agenzia Nazionale per la Sicurezza delle Ferrovie e delle Infrastrutture Stradali e Autostradali. Le prove di evacuazione hanno visto la partecipazione di una ventina di “figuranti” locali, saliti realmente a bordo della seggiovia. Dopo qualche minuto di corsa l’impinato è stato fermato, simulando un malfunzionamento per ghiaccio. I passeggeri sono stati quindi raggiunti sui seggiolini da parte dei soccorritori, sono stati imbragati singolarmente, e portati al suolo tramite acrobatiche manovre con funi e carrucole. All’esercitazione ha preso parte anche la locale sezione del SAER, Soccorso Alpino dell’Emilia Romagna.