REGGIO EMILIA – Le difficoltà strutturali del mercato in cui opera il magazzino dei farmaci di Fcr stanno incrinando il modello di un’azienda speciale che gestisce servizi socio-assistenziali per conto del Comune. Un modello nato nel 1999 per gli anziani e la popolazione disabile adulta e che nel tempo si è esteso anche ai servizi per le famiglie e i minori e all’ambito socio-educativo.
In sostanza, il Comune, anziché vendere le Farmacie Comunali per fare cassa come hanno fatto altri enti locali o limitarsi a incassare i dividendi, decise di affidare a Fcr la gestione di un bel pezzo del welfare cittadino, con i costi conseguenti. Per più di 20 anni questo modello ha funzionato bene: di fatto la redditività dell’azienda ha finanziato i servizi sociali.
E così è ancora oggi, ma in uno scenario che sta cambiando. Il nodo è appunto la riduzione dei margini di profitto del magazzino dei farmaci. Il magazzino gestisce circa 2mila clienti e opera in due ambiti distinti: per un verso rifornisce farmacie pubbliche e private, per l’altro ospedali e aziende sanitarie. Entrambi i segmenti di mercato vivono una fase complicata, il primo per la forte concorrenza da parte di aziende multinazionali e per la perdita delle forniture a Pharmacoop, il secondo per le politiche di contenimento della spesa farmaceutica, per il crescente ricorso ai farmaci generici e per i fenomeni di concentrazione nel settore.
Il risultato è che nel 2021 il margine operativo di Fcr a copertura dei costi sociali è stato di 7,5 milioni di euro. Nel 2017 sfiorava i 10 milioni. Per contro, nello stesso arco di tempo, i trasferimenti annui del Comune a favore dell’azienda sono cresciuti di 2 milioni, da 2,7 a 4,6 milioni.
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