REGGIO EMILIA – Si è svolta questa mattina in tribunale a Reggio l’udienza preliminare legata all’inchiesta Octopus. Stiamo parlando del presunto giro milionario di false fatturazioni portato alla luce più di sei anni fa.
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Un ammontare di fatture emesse per operazioni inesistenti tale da comportare una frode fiscale quantificata in 33 milioni di euro. Riciclaggio e usura. C’è tutto questo nella vicenda denominata ‘Octopus’, che nel giugno 2014 portò a 12 arresti. Sette anni di indagini, guidate dal sostituto procuratore Valentina Salvi che finalmente approdano all’udienza preliminare, ospitata nell’aula bunker del Tribunale. Lunga la lista degli imputati: settanta. Soltanto in quattro però presenti. Due di questi erano collegati in video conferenza dal carcere dove stanno scontando pene legate ad altri procedimenti. Si tratta di Rosario Petrazzuolo, di Napoli, e di Antonio Silipo, costruttore originario di Cutro ma residente a Cadelbosco di Sopra. Silipo è tra i cinque indagati coinvolti anche nel processo Aemilia, gli altri quattro sono Mirco Salsi, ex patron di Reggiana Gourmet, il giornalista Marco Gibertini e gli imprenditori Giuliano Debbi e Omar Costi, quest’ultimo tra i presenti all’udienza, assieme all’ingegnere catanese Mario Vitale.
Una dozzina le società cosiddette ‘cartiera’ finite sotto i riflettori degli inquirenti, alcune con sede all’estero. Tutte intestate, secondo l’accusa, a prestanome sparsi, oltre che nel reggiano, tra Roma, Napoli e Viterbo. Un sistema che sarebbe stato architettato per consentire alle imprese di evadere le imposte sui redditi e anche l’Iva. Sullo sfondo emergerebbe anche l’appoggio da parte di un gruppo criminale internazionale.
Su otto accusati pesa l’aggravante dell’associazione a delinquere, tra questi gli stessi Gibertini, Silipo e Salsi, compreso il figlio Gianluca Salsi.
Per il dibattimento vero e proprio ci sarà da aspettare il 22 febbraio. Dieci giorni prima si terrà una seconda udienza di tipo interlocutorio. Intanto il gup Luca Ramponi ha accolto l’unica richiesta finora formalizzata di rito abbreviato. Riguarda l’altro nome del mondo reggiano della comunicazione: Nicola Fangareggi. Il suo avvocato ha chiesto il rito alternativo, nell’ambito del quale verranno ascoltati tre testimoni. Proseguire col rito ordinario è invece l’intenzione dei legali di Marco Gibertini.
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