GUALTIERI (Reggio Emilia) – Per cinque anni, dal 2013 al 2018, avrebbero frodato il fisco tramite l’ormai noto sistema delle società cartiere delle imprese fantasma. Secondo le indagini patrimoniali della Guardia di finanza di Reggio e Guastalla, nella contabilità delle società beneficiarie sarebbero confluite fatture per operazioni inesistenti per più di cinque milioni di euro di imponibile e Iva pari a un milione e mezzo. I campi? Edilizia e trasporto merci. Sette gli indagati, alcuni dei quali, per le Fiamme Gialle, prestanome della famiglia Muto di Gualtieri, considerata, con la Muto Logistica. Il perno della frode e già entrata nelle inchieste Aemilia e Grimilde.
L’attenzione degli investigatori si concentrata sulle fatture passive annotate nella contabilità delle tre aziende verificate, attive nel settore del trasporto di merci su strada e del commercio all’ingrosso di materiale per l’edilizia. I successivi accertamenti hanno permesso di qualificare queste realtà come imprese cartiere. I responsabili della frode avrebbero così abbattuto in maniera considerevole la propria base imponibile, ottenendo indebiti risparmi d’imposta e avvalendosi di prestanome, anche grazie al contributo assicurato dal consulente fiscale di riferimento delle società controllate.
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