REGGIO EMILIA – Con l’incontro di ieri, il progetto Silk Faw su Reggio è entrato in una fase nuova. Per almeno due motivi. Intanto c’è un aspetto di forma che è anche sostanza. Il rapporto fra gli attori di questa vicenda è cambiato. Regione e Comune di Reggio si fidano molto meno di prima dei loro interlocutori. Spingono per incontrarli di persona anziché online, li pressano affinché assumano pubblicamente impegni, pretendono che si tengano verbali delle riunioni e che questi siano poi consegnati controfirmati dai massimi esponenti aziendali di Silk Faw. Niente di anomalo, per carità, ma è il segno di una diffidenza cresciuta progressivamente in questi mesi e che ha indotto le istituzioni ad un atteggiamento di grande prudenza.
Il progetto però è entrato in una fase nuova soprattutto perché statunitensi e cinesi, fra poco più di una settimana, verseranno una trentina di milioni di euro per acquistare l’area su cui intendono realizzare lo stabilimento produttivo, il centro ricerche e tutto il resto. E perché il gruppo Faw, dall’alto dei suoi 121 miliardi di dollari di fatturato, si è impegnato a garantire alla società i mezzi necessari per realizzare l’investimento. Oggi Silk Sports Car Company – questo il nuovo nome della società con sede a Reggio – ha 67 dipendenti e un capitale sociale interamente versato di 26,6 milioni di euro. Domani dovrà essere in grado di sostenere investimenti per oltre 1 miliardo. L’acquisto dell’area e l’avvio del cantiere sono passi impegnativi per i promotori del progetto, passi da cui non si torna indietro. Ma è buona regola, quando si parte, essere ragionevolmente sicuri di poter arrivare.
Reggio Emilia progetto lavori cantiere rogito Silk-FawSilk Faw, l’azienda promette: rogito il 5 agosto, a inizio settembre via ai lavori. VIDEO