REGGIO EMILIA – L’uso delle mascherine obbligatorio nelle serate della movida è stata una novità accolta con sorpresa dai pubblici esercizi aderenti a Fipe Confcommercio. La possibilità di riaprire i locali ha rappresentato un motivo di speranza per i locali, ma ora “i nodi vengono al pettine – per dirla con le parole di Fabio Zambelli, presidente di Fipe – Ci ritroviamo nell’assurda condizione di non essere stati interpellati dall’Amministrazione Comunale in vista della nuova ordinanza che prevede l’uso delle mascherine obbligatorie dalle 18 alle 2 nelle giornate di mercoledì, venerdì, sabato e giorni festivi e prefestivi, in alcune zone del centro storico… Siamo senza parole”.
Ma il tema è un altro: “Ad oggi – continua – ancora non ci è stata data una risposta concreta sulla possibilità, per quanto riguarda alcune zone del centro città, di ampliare gli spazi all’aperto per le attività di somministrazione alimenti e bevande, nonostante quanto indicato dell’Anci e previsto nel protocollo regionale che ‘promuove l’estensione da parte dei Comuni delle occupazioni di suolo pubblico ovvero la concessione di nuove occupazioni di suolo pubblico’. Questa opportunità cruciale per tutte le attività di somministrazione è prevista soltanto in alcune zone del centro. Questo comporta una disparità tra gli esercenti e un inevitabile diverso afflusso di persone con un relativo minor fatturato per le attività discriminate”.
“Non dobbiamo dimenticare poi – aggiunge Zambelli – tutte le attività fuori dal centro storico, che soffrono molto di più non avendo la stessa attrattiva nè le stesse possibilità, dato che sono escluse dagli ampliamenti degli orari di somministrazione e, contestualmente, anche dell’asporto. Quest’ultima disparità crea da sola uno svantaggio economico evidente. Già gli esercenti sono costretti a dover provare a lavorare; a dover rispettare, correttamente, protocolli su protocolli; a dover contingentare gli ingressi e nel mentre le piazze sono piene. Tanto vale allora evitare di obbligare i cittadini all’uso della mascherina, dal momento che non si riesce a multare gli indisciplinati, ed evitare di obbligare gli esercenti ad assumere gli street tutor a proprie spese per controllare il suolo pubblico, la cui vigilanza spetterebbe invece alle Forze dell’ordine. Alla fine di tutto i sanzionati sono e saranno proprio gli esercenti. E allora verrebbe voglia di richiudere”.
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