POVIGLIO (Reggio Emilia) – Il faro della Corte dei Conti di Bologna sui bilanci del Comune della Bassa reggiana è acceso da vari mesi e ha evidenziato una situazione definita di “grave criticità”.
Uno squilibrio nei conti che è passato in eredità dal precedente sindaco Giammaria Manghi, oggi sottosegretario alla presidenza della giunta regionale, al suo successore Cristina Ferraroni. Cosa è successo? Le casse dell’ente sono finite in sofferenza per un accumulo eccessivo di residui attivi, circa 4 milioni e mezzo di euro, derivanti per il 90% dalla gestione di competenza dell’anno 2017.
I residui attivi sono crediti non riscossi, in buona parte somme non pagate da contribuenti di Imu e Tari. Per far fronte alla carenza di liquidità, il Comune ha fatto ricorso alle anticipazioni di tesoreria. Queste anticipazioni bancarie dovrebbero essere strumenti temporanei e di brevissima durata per correggere eventuali divari fra riscossioni e pagamenti, ma sono diventati così un indebitamento vero e proprio. Da qui i richiami della Corte dei Conti, evidenziati in una relazione di ben 38 pagine inviata al Comune nelle ultime ore.
Ora, va risanato un extradeficit di bilancio di 1 milione e 900mila euro, di cui il Consiglio comunale ha preso atto il 2 luglio scorso approvando il Bilancio consuntivo del 2019. Quali i rimedi? Da un lato c’è un’agevolazione concessa dal decreto “Salva Italia”, che consente di spalmare su 15 anni l’adeguamento del fondo crediti di dubbia esigibilità, cioè il ripiano di entrate non riscosse. Dall’altro sarà inevitabile una revisione di tributi e tariffe a carico dei cittadini.
Il piano di rientro sarà definito nel bilancio 2020, per ora ancora in esercizio provvisorio, che sarà approvato in consiglio comunale entro fine settembre. E per il 31 ottobre la Corte dei Conti aspetta un aggiornamento sugli interventi correttivi adottati.
Servizio Tg di Cristiana Boni
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