REGGIO EMILIA – Sono in arrivo nella nostra provincia altre famiglie di cittadini afghani. I primi due nuclei erano arrivati lo scorso 28 agosto, entrambi formati da cinque componenti; in un caso si trattava di una mamma 30enne con quattro figli piccoli e in attesa del quinto. Un altro nucleo famigliare di sei persone, tutte maggiorenni, è stato accolto una decina di giorni fa.
Nuovi arrivi sono previsti nelle prossime settimane. Al massimo, si tratterà in tutto di cinquanta persone e sempre di origini afghane, persone evacuate dal Paese asiatico attraverso il ponte aereo messo in piedi dal ministero della Difesa a favore di coloro che negli anni scorsi avevano collaborato con le autorità italiane, in tutto 4.890 cittadini. “L’Emilia Romagna prenderà il 10% di coloro che arrivano in Italia – ha detto stamattina a Buongiorno Reggio Valerio Maramotti, presidente della cooperativa L’Ovile – mentre Reggio prende il 12% di quelle che giungono in regione. Le stesse percentuali valgono anche per coloro che arrivano via mare o via terra”.
La rete di accoglienza che si è attivata sul nostro territorio è la stessa che da anni gestisce i richiedenti asilo. In campo ci sono due gruppi di associazioni e cooperative, che sono guidate da L’Ovile e dalla Dimora d’Abramo. “I posti ci sono – ha aggiunto Maramotti – Le persone che arrivano da noi vengono inserite nei centri di accoglienza straordinaria. Nel corso di questi anni, gli arrivi sono stati significativamente inferiori rispetto al passato”.
Da qualche anno uscito dal circuito dell’accoglienza, poiché autonomo, è un 32enne afghano che a Reggio Emilia viveva con moglie e figli fino all’agosto scorso, quando mamma e bimbi sono rientrati al Paese d’origine senza però riuscire a tornare in Italia a causa del ritiro anticipato degli americani. Ora si trovano bloccati.
“L’Amministrazione – si legge in una nota del Comune – sta seguendo la vicenda della madre e dei due suoi bambini reggiani, bloccati in Afghanistan, da circa un mese, cioè fin da subito, con attenzione quotidiana e con la riservatezza dovuta. Si tratta di una situazione delicata, che vede impegnata la diplomazia. Confidiamo che questa vicenda possa risolversi quanto prima e al meglio, con un ricongiungimento familiare che possa riportare i bambini e la loro madre a Reggio Emilia”.
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