REGGIO EMILIA – Quattro furti negli ultimi quattro anni, due negli ultimi tre mesi. Preziosi spariti, i ricordi di una vita razziati, la casa a soqquadro. Soprattutto, il terrore e la consapevolezza che potrà accadere di nuovo. “Mi muovo per casa tenendo stretta la borsetta da una stanza all’altra, quando esco a fumare in giardino porto sempre con me un coltello, non vivo più“.
A parlare è la signora Elisa, di cui non diremo il cognome su sua richiesta per preservarne la serenità, o quel poco che resta. Con grande coraggio ha deciso di raccontarci l’incubo che ha vissuto negli anni insieme alla sua famiglia, condiviso con molti altri che a Rivalta sanno cosa significa ricevere la visita dei ladri.
“La nostra villetta per 40 anni non è mai stata toccata da nessuno. Pensi che uscivamo a chiacchierare con i vicini lasciando la porta aperta. Ora viviamo nella paura“.
La casa della signora Elisa è finita nel mirino dei ladri la prima volta nell’agosto del 2021: “Eravamo in vacanza. Al nostro rientro trovammo tutto sottosopra. Portarono via le pellicce di mia madre e di mia zia, due preziose borsette e i gioielli di famiglia. I ricordi di una vita. Tutto era custodito in un armadio blindato in cui ebbero il tempo di aprire un varco. Entrarono dalla finestra di un bagno, a piano terra, e se ne andarono da garage sul retro”.
Il secondo colpo nel novembre del 2023: “Eravamo via, una notte soltanto. entrarono dal terrazzo sul retro per riaprire lo stesso armadio blindato, questa volta completamente. Non c’era nulla, se non un fucile da caccia regolarmente registrato. Lo lasciarono lì come la volta prima e misero tutto a soqquadro comunque”.
Nel giugno del 2025 l’incubo si è concretizzato di nuovo: “Quella volta eravamo in casa, al piano terra. Si sono arrampicati al primo piano e sono entrati dalla finestra di una camera, lasciata aperta per il caldo. Non mi sono accorta di niente subito, poi ho realizzato. Hanno portato un anello due due orecchini di diamante che avevo tolto per fare la doccia, e hanno aperto e richiuso tutti i cassetti”.
Infine il 19 settembre, pochi giorni fa. “Un vicino alle 23,30 ha visto tre persone sotto al portico, era buio e ha pensato fossimo noi… Eravamo partiti da poco per una questione di famiglia. Ci osservano, conoscono i nostri movimenti. Questa volta è sparita tutta l’argenteria: vassoi, cornici, ciotole e altri oggetti, come due preziosi coltelli”.
La signora è stremata: “Sappiamo che ci guardano, ci tengono d’occhio, viviamo nella paura. Ogni volta tornano a prendere quel poco che hanno lasciato. Abbiamo sempre fatto denuncia, sentendoci dire che il personale è poco e che dovremmo difenderci di più da soli. Ci sentiamo violentati. Per dormire devo prendere le gocce. Stare in casa mi genera ansia. Non ci sentiamo più al sicuro. Le leggi devono cambiare, ci vuole certezza della pena e bisogna dotare polizia e carabinieri degli strumenti necessari. Non possiamo sentirci dire che la polizia o i carabinieri hanno le mani legate”.
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