REGGIO EMILIA – Avrebbe falsificato decine di documenti sulle effettive residenze di altrettanti reggiani, facendo figurare dietro compenso, che in quelle case abitavano anche stranieri. Sotto accusa un ex dipendente comunale di Reggio. A dare impulso alle indagini lo stesso Comune di Reggio.
E’ corposo il fascicolo in mano al pubblico ministero Maria Rita Pantani del Tribunale di Reggio nel quale figurano sono 153 capi d’imputazione complessivi, 138 di questi a carico di un ex dipendente del Comune di Reggio, tre le accuse a suo carico per corruzione, 97 capi d’imputazione per falso in atto pubblico, 37 le accuse di peculato.
Sarebbero circa 150 le verifiche sospette svolte da un ex messo notificatore di 58 anni, che è stato sanzionato e si è poi dimesso, per una vicenda che risale agli anni tra il 2018 e il 2021. L’uomo allora dipendente dell’ufficio anagrafe, era incaricato del controllo delle effettive residenze nelle abitazioni di tutto il territorio comunale.
Da quello che è stato ricostruito, al mattino timbrava il cartellino poi con la macchina di servizio dell’ente locale a lui affidata, andava a fare spesa anche fuori città e svolgeva diverse commissioni personali, non controllava le residenze ma nei suoi verbali aggiungeva in quelle case decine di cittadini extracomunitari che in effetti li non abitavano.
Altre due persone sono accusate con lui e avrebbero pagato 500/600 euro il falso accertamento. L’indagine dopo una verifica sull’abitazione di un ignaro 70enne reggiano. Il Comune da corpo ai sospetti e segnala alla Procura. L’uomo viene così pedinato e fotografato per settimane dagli agenti della polizia locale.
L’avvocato Ernesto d’Andrea difende l’ex dipendente comunale che respinge tutte le accuse. La Procura chiede il rinvio a giudizio, lunedì è fissata l’udienza davanti al gup Luca Ramponi.
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