REGGIO EMILIA – Avallava, dietro compenso, false residenze di cittadini immigrati, velocizzando così le pratiche per l’ottenimento o il rinnovo del permesso di soggiorno. Con questa accusa gli agenti della polizia locale di Reggio hanno arrestato un ex messo comunale dipendente del comune capoluogo, di 57 anni. Un’indagine complessa che ha impegnato gli agenti, coordinati dal procuratore capo Calogero Paci, per quasi due anni: 39 in tutto gli indagati con circa 200 capi di imputazione, due abitazioni sono state poste sotto sequestro. Un’organizzazione che aveva un’altra figura centrale: un uomo pakistano, deceduto alcuni mesi fa per cause naturali.
I fatti sono avvenuti tra il 2018 e il 2020. A far nascere i primi sospetti le segnalazioni arrivate da proprietari di abitazioni in diverse zone della città, in zona stazione ma non solo, che scoprivano sconosciuti nello stato di famiglia oppure ricevevano a casa posta indirizzata a persone straniere. Secondo gli inquirenti, queste pratiche erano riconducibili al 57enne allora addetto del comune. Nei suoi confronti sono scattati i pedinamenti, le verifiche dei tabulati telefonici e della posizione tramite il Gps. Sono emersi i contatti con il presunto complice pakistano, l’uomo, che per gli inquirenti gestiva le richieste degli stranieri, in cambio di denaro. Secondo le indagini l’ex messo comunale percepiva diverse centinaia di euro ogni volta che avallava la falsa residenza. Una quarantina gli episodi accertati. Tra i 39 indagati ci sono le persone che si sarebbero consapevolmente affidate al pakistano deceduto e un proprietario compiacente.
Un anno fa, il dipendente si è trasferito a lavorare in un comune della Toscana. Attualmente non ha un impiego ed è tornato a vivere a Reggio, a casa dei genitori. Per lui sono stati disposti gli arresti domiciliari, deve rispondere di corruzione, peculato, falso in atto pubblico e traffico di influenze illecite. Nell’interrogatorio di garanzia, il suo legale, l’avvocato Ernesto D’Andrea ha chiesto la reimmissione in libertà o, in subordine, l’obbligo di firma.
“Si tratta di una importante attività che dimostra la costante attenzione degli agenti al territorio e al contrasto a fenomeni di illegalità che vanno a ledere i diritti dei cittadini e dell’intera comunità”, ha commentato il comandante della polizia locale di Reggio Stefano Poma.
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