REGGIO EMILIA – A 14 mesi dal fallimento della Reggiana di Mike Piazza, restano da vendere soltanto un po’ di orologi per cercare di racimolare il denaro necessario a pagare i creditori. Ma è già chiaro che non sarà possibile rimborsare al 100% neppure i creditori privilegiati. L’Associazione Calcio Reggiana 1919 fu messa in liquidazione il 30 luglio 2018 nello studio del notaio Valentina Cosenza, a Bagnolo. Dai conti emergeva un patrimonio netto negativo di quasi un milione di euro e debiti per 5 milioni. Il fallimento arrivò poi il 5 dicembre 2018.
Il curatore fallimentare Maria Domenica Costetti ha escluso richieste di insinuazione al passivo per più di 1 milione, ammettendone 4: 2 di crediti privilegiati e 2 di crediti chirografari. Contestualmente, ha avviato l’attività liquidatoria, che ha permesso finora di recuperare 800mila euro, soprattutto attraverso la vendita di beni mobili, come il marchio Ac Reggiana 1919, e il recupero crediti. Le entrate più cospicue sono arrivate grazie ad alcune transazioni, in particolare quella con Bper Banca per la fidejussione escussa dalla Lega Pro. La Costetti spera di rimpinguare le casse della curatela grazie a una decina di procedure di recupero crediti nei confronti di vecchi sponsor della Reggiana, ma non sarà facile. Per fortuna degli ex dipendenti della Reggiana, una parte dei loro crediti – pari a 600mila euro – sarà rimborsata direttamente dalla Lega Pro.
E Mike e Alicia Piazza? Non è detto che i due, presidente e vicepresidente della società fallita, non sentano più parlare della Reggiana. “L’attività della curatela – scrive nell’ultima relazione Maria Domenica Costetti – è concentrata sull’esame della documentazione, contabile e non, necessaria per valutare la convenienza ad intraprendere azioni di responsabilità nei confronti degli organi sociali e della società di revisione”.
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