REGGIO EMILIA – Si suol dire raschiare il barile. Ancora non ci siamo, ma certamente allarmante, e non poco, è stato il livello rilevato lo scorso 8 marzo relativo allo stato di salute delle falde freatiche presenti nella nostra provincia. Rispetto alla media storica, che fa riferimento al periodo tra il 1997 e il 2016, è risultato un deficit dell’80%. A un lieve miglioramento si è assistito in questi ultimi giorni, per effetto delle piogge e dello scioglimento delle nevi. Ora il divario è sceso, segnando un -61%.
“Non siamo preoccupati perché al momento non ci sono danni. Ovvio che partiamo sperando che piova – ha detto a Buongiorno Reggio il presidente di Cia Lorenzo Catellani – Quest’anno il mais, che a Reggio occupa seimila ettari, ha perso tanta superficie. Le aziende si sono orientati su colture invernali, come il frumento. Nella zona di alta pianura consideriamo una perdita di 50mila tonnellate di foraggio”.
Sul nostro territorio le precipitazioni, in quest’ultimo periodo autunnale e invernale, in realtà sono state più abbondanti rispetto a quelle della stagione 2021-2022. “L’anno scorso avevamo avuto solo 100ml, ora appena sopra i 200ml ma venendo da una annata difficile questo quantitativo non ha consentito di recuperare il deficit dello scorso anno”, chiosa Luca Casoli, direttore del Consorzio Fitosanitario
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