FABBRICO (Reggio Emilia) – A Gaza si continua a morire. 17 le vittime degli attacchi israeliani la scorsa notte. Gli accordi per la liberazione degli ostaggi sono in alto mare e una soluzione di pace appare lontanissima. Tra lo sgomento del mondo che assiste impotente a quanto continua ad accadere nella Striscia dal 7 ottobre 2023. Anche il dossier americano per trasformare Gaza in un grande resort, ancora all’ordine del giorno, deportando quasi 2 milioni di palestinesi, non contribuisce al dialogo tra lo Stato di Israele e la Palestina. L’Europa, intesa come Unione, non ha la forza politica per incidere e si affida alle iniziative dei singoli, enti locali o cittadini che siano.
A Reggio, il sindaco di Scandiano Matteo Nasciuti ha esposto la bandiera Palestinese davanti al Municipio, ricevendo accuse di antisemitismo, a Fabbrico dallo scorso 27 luglio, tutte le domeniche sera alle 22, i cittadini si ritrovano in piazza per disertare il silenzio su quanto sta accadendo sulla sponda asiatica del Mediterraneo, il nostro mare. Una mobilitazione organizzata e promossa spontaneamente da tanti cittadini, cui hanno aderito, parroco, sindaco e associazioni, tra cui lo Spi Cgil, che è diventata un appuntamento fisso. I partecipanti si presentano con fischietti, tamburelli, pentole e attrezzi diversi per fare rumore, ma propongono anche letture contro tutte le guerre, alternando rumore, silenzio e riflessione. Anche ieri sera in Piazza Veneto, proprio sotto al Monumento che ricorda i caduti di tutte le guerre, si sono ritrovati per chiedere a chi ha la possibilità di farlo di porre fine all’occupazione e agli attacchi a Gaza. “L’iniziativa continuerà il più a lungo possibile – dicono gli organizzatori – perché non è umano accettare inerti quello che sta accadendo”.
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