FABBRICO (Reggio Emilia) – “Li conoscevo benissimo, erano sempre nella casa di fianco in cui abitavano i miei zii che sono morti l’anno scorso senza figli, erano i loro nipotini. Il bambino più grande ha chiamato me, perché non sapeva cosa fare. Le lingue di fuoco erano già alte”.
Giancarlo Ferrari è il proprietario dell’abitazione di fianco a quella distrutta dall’incendio, al momento disabitata: “Era ormai diventata una favola, mia zia girava con il deambulatore con i bambini di fianco”.
La famiglia Arshad, originaria del Pakistan, viveva da tempo a Fabbrico. Si era trasferita in via Matteotti nel 2010. Aysha e Talha hanno sempre vissuto qui. Insieme all’altro fratello frequentavano la elementari del paese: “Sono bambini che a Fabbrico accompagniamo con un servizio di pedibus, li portiamo a casa da scuola ogni giorno. Conoscevo i bambini, facevano la scuola elementare. Dal fratello più grande al piccolino, i bimbi erano fantastici. Ho una letterina che mi hanno fatto per Natale“. E ancora: “Vivaci, rispettosi, bravi bambini”.
Nei racconti di chi vive in questa zona il dramma della notte appena passata: “Ho sentito odore di fumo, poi ho visto una gran luce e ho detto: ma cosa c’è, un incendio? Infine le urla, i pianti, i bambini morti”.
Per tutto il giorno in via Matteotti è stato un via vai di persone. Qualcuno ha portato un fiore: “C’è una mia amica che ha un bambino piccolino che andava a scuola con il maschietto. Mi sono sentita di fare questo gesto”.
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