BUDAPEST – Nella giornata che consacra un italiano come uomo più veloce del mondo, chi della velocità italiana è da sempre simbolo, ovvero la Ferrari, regala un’altra gara senza acuto finale ai propri tifosi. Nel folle Gran Premio d’Ungheria, il biglietto vincente della lotteria lo pesca la Alpine di Esteban Ocon, prima vittoria in Formula 1, con grande significato simbolico, pilota francese su monoposto francese. Secondo posto per Sebastian Vettel su Aston Martin, terzo un rabbioso Hamilton, quarta la Ferrari di Sainz.
La gara di fatto si decide all’inizio, quando Valtteri Bottas parte malissimo e fa strike alla prima curva, centrando la McLaren di Lando Norris e la Red Bull di Sergio Perez e danneggiando quella di Max Verstappen. Nella mischia, anche Lance Stroll combina un disastro e fa fuori Charles Leclerc, togliendo subito di mezzo la prima Ferrari. L’altra, quella di Carlos Sainz, 15’ in griglia dopo l’incidente in qualifica, si ritrova clamorosamente quarta.
Bandiera rossa mentre il sole asciuga l’asfalto bagnato dell’Hungaroring. Alla ripartenza, tutti ai box per mettere le slik. Tutti tranne Hamilton che parte da solo ma poi è costretto al cambio gomme. Errore strategico fatale che costa al campione del mondo una vittoria facile. Al comando si mette Ocon che gestisce, alle spalle l’impresa – solo sfiorata – è di Fernando Alonso, che per una decina di giri resiste stoicamente agli assalti di Hamilton. Saltato lo spagnolo, Hamilton si mette in caccia del podio e svernicia la Ferrari di Sainz che chiude quarto: in relazione alla 15ª posizione di partenza, un grande risultato, ma nel giorno in cui vince la Alpine i rimpianti restano. Anche quando le corse diventano roulette, il rosso non esce mai.