REGGIO EMILIA – Il salasso era previsto. L’ufficialità è arrivata nelle scorse ore tramite un bollettino che il sindaco ha deciso di pubblicare su Facebook in segno di protesta. Per il Comune di Rolo ammonta a 188mila euro la cifra che lo Stato rivuole indietro. Soldi considerati guadagni extra, ottenuti grazie ai 2.200 pannelli del parco fotovoltaico realizzato 10 anni fa nella zona industriale.
In estate è arrivato l’invito, da parte del garante per l’energia Arera, ad accantonare i fondi necessari a far fronte alla mazzata che fa da fonte di sostentamento al “decreto Aiuti” varato dal Governo Draghi a sostegno di imprese e famiglie. “A mio avviso – le parole del sindaco di Rolo, Luca Nasi – non ha tenuto conto del fatto che molti venditori di energia sono anche grandi utilizzatori”. Quegli incassi inaspettati, su cui ora si abbatte la scure, sarebbero stati provvidenziali per controbilanciare i maggiori costi energetici sostenuti dai Comuni. Il tetto imposto retroattivamente al prezzo di vendita dell’energia immessa in rete fa invece svanire l’82% di quanto realizzato. “Questo prelievo fa sì che vengano contabilizzati solo il 5,8cent per ogni kilowatt quando a oggi, nel mercato tutelato, abbiamo un costo al kilowattora di circa 50 centesimi”, ha aggiunto Nasi.
San Martino in Rio, proprietario di un impianto più ampio, fa i conti con una stangata ancora maggiore pari a circa 260mila euro. “Non nego che pagare questa cifra ci metterebbe in forte difficoltà con un impatto negativo sul bilancio comunale – ha affermato Paolo Fuccio, primo cittadino – Per questo, auspico una soluzione positiva in tempi anche brevi”. La richiesta, della quale si è fatta portatrice l’Anci, riguarda una modifica al decreto legge che preveda, per lo meno, una dilazione dei pagamenti. Per ora, la scadenza è a fine mese e prossimamente un secondo conguaglio riguarderà i mesi da settembre a fine anno.
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