REGGIO EMILIA – Ai Comuni dotati di impianti fotovoltaici, i maggiori introiti incassati dall’energia immessa in rete erano sembrati l’unica goccia positiva nel mare dei rincari delle bollette. Un barlume di entusiasmo spento dalla tassa sugli extraprofitti varata dal governo Draghi, che ha colpito tutti i produttori di corrente elettrica, senza fare eccezioni.
Tra le amministrazioni comunali reggiane che hanno visto volatilizzarsi le cifre più consistenti ci sono San Martino in Rio e Rolo, che in ottobre hanno dovuto restituire allo Stato rispettivamente 260mila euro e 188mila euro. Somme corrispondenti grossomodo all’80 per cento di quanto realizzato dai propri pannelli solari nei mesi compresi tra febbraio e settembre 2022. Un conguaglio relativo al periodo da ottobre alla fine dell’anno arriverà prossimamente.
La speranza di uno stop al salasso e di una restituzione di quanto versato è riposta ora in una sentenza del Tar. Il tribunale amministrativo della Lombardia ha infatti accolto il ricorso presentato da migliaia di agricoltori dotati di impianti solari e per questo finiti nella morsa della tassa. La loro lamentela si è concentrata su una incongruità nell’applicazione del tetto al prezzo di vendita dell’energia. Lasciato com’è il meccanismo obbliga i produttori a versare l’Iva anche per gli importi rispediti al mittente.
All’orizzonte c’è la possibilità che il nuovo governo sia chiamato a riscrivere la legge. Nell’attesa che il Tar depositi le motivazioni della sentenza, i comuni auspicano un ravvedimento da parte dell’esecutivo, che tenga conto di quelle realtà che producono energia non come attività prevalente, bensì, è il caso dei Comuni, in un’ottica di sostenibilità a beneficio delle collettività.
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