REGGIO EMILIA – L’apice dell’ingegno italiano parla reggiano. L’architetto e docente universitario Italo Rota, che ha girato il mondo come consulente e che anni fa ha ricevuto dall’amministrazione comunale l’incarico di ridisegnare i nostri Musei Civici, ha progettato, assieme a Carlo Ratti e Matteo Gatto, il Padiglione Italia di Expo Dubai 2020. Non solo tra i più apprezzati in assoluto dai visitatori, ma premiato come “Miglior progetto imprenditoriale dell’anno” ai recenti “Construction Innovation Awards”, un evento che riunisce il meglio dell’edilizia mondiale.
Secondo le stime, oltre 28mila persone visiteranno ogni giorno il Padiglione Italia per i prossimi sei mesi: i concetti di fondo del progetto sono architettura e ingegneria protagoniste della rivoluzione sostenibile, che è poi il tema dell’esposizione universale, la prima in un paese arabo. “Connettere le menti, creare il futuro”, il titolo di Expo Dubai 2020, e quindi: sostenibilità, ma anche mobilità e opportunità.
“L’innovazione deve essere circolare, l’edificio è un’installazione, è smontabile e ricollocabile, i visitatori sono parte del progetto”, le parole di Rota.
L’idea di un edificio aperto e in dialogo con coloro che lo frequentano è stata alla base anche della riqualificazione dei musei di Reggio targata Italo Rota, riconsegnati alla città nel 2014 dopo essere stati ridisegnati e ampliati tra conservazione e innovazione. Un progetto che aveva trovato non poche ostilità, pensiamo alle polemiche sorte con la presentazione dei funghi il cui intento era di attrarre persone verso i musei e verso la cultura. E oraItalo Rota è premiato come miglior progettista al mondo.
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