GUALTIERI (Reggio Emilia) – Un presidio per lanciare un allarme e per sostenere i rappresentati sindacali impegnati in quegli stessi frangenti in un faccia a faccia con la direzione aziendale. Teatro della mobilitazione la Tecno Superiore di Gualtieri. Quella della ex Tecnogas è la più lunga crisi della storia industriale reggiana. Una crisi cominciata nel 2008 e passata, alcuni anni fa, attraverso una procedura concordataria che ha portato l’azienda di elettrodomestici nelle mani del gruppo turco SNW. Ma dei 190 dipendenti, solo 30 lavorano: la produzione è al lumicino. La delegata sindacale Roberta Ferrari, in azienda da 35 anni, racconta lo stato d’animo dei lavoratori: “I dipendenti chiedono solo di riprendere l’attività produttiva. Tante promesse, ma mancano i fatti. La gente è stanca di sopravvivere, chiede solo di vivere dignitosamente del proprio lavoro. Siamo pronti a combattere fino all’ultimo”.
Il 31 agosto scorso la proprietà ha nominato un nuovo gruppo dirigente. E un film già visto. Ma nell’aprile 2024 scadrà l’ultimo anno di cassa integrazione. A quel punto, con gli attuali volumi produttivi, si rischiano licenziamento collettivi. “C’è soprattutto bisogno di un investimento dal punto di vista dell’innovazione del prodotto e commerciale – sottolinea Simone Vecchi, segretario della Fiom Cgil – L’azienda ha ancora mercati importanti nel Sud est asiatico, in Medio Oriente e negli Stati Uniti, ma non basta: servono investimenti straordinari”.
La proprietà ha garantito la volontà di dare continuità all’attività produttiva nel sito di Gualtieri e ha negato di voler trasformare l’area in un centro logistico. Sul posto anche il sindaco Renzo Bergamini: “L’obiettivo è quello di mantenere produttiva un’azienda che ancora occupa 200 persone e che ha un impatto enorme sulla vita socio-economica del nostro territorio”.
Il 3 ottobre, in un nuovo incontro, la prima verifica degli impegni assunti dalla nuova direzione aziendale.















