REGGIO EMILIA – Portare a poco a poco le persone senza casa e che vivono nei capannoni in disuso delle ex Reggiane in appartamenti individuati tramite accordi con le cooperative sociali. Sta proseguendo il lavoro all’interno del patto tra Comune, Ausl e Diocesi che era stato annunciato lo scorso dicembre.
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Un’accoglienza cosiddetta ‘diffusa’, un modello del tutto simile a quello utilizzato per la permanenza sul territorio dei richiedenti asilo. E’ questo quello che si sta pensando per chi dorme nei capannoni dell’area in disuso delle Ex Reggiane di via Agosti. L’idea è di formare gruppi da 3-4 persone e di offrire loro una diversa soluzione abitativa e farle entrare in un circuito di vita diverso in cui la loro responsabilità sarà fondamentale. L’amministrazione comunale – l’assessore competente è Daniele Marchi – ha già preso contatti e accordi con le cooperative sociali del territorio, appunto com’era stato fatto per l’accoglienza dei richiedenti asilo: cooperative che sono proprietarie di appartamenti che possono essere messi a disposizione per il progetto.
La questione delle persone che popolano le ex Reggiane è strettamente connessa alla questione sicurezza, in particolare della sicurezza della zona stazione e di piazzale Europa. In aggiunta, c’è il tema di profondo degrado sociale. La stima è che nei capannoni abbandonati vivano circa 80 persone, originarie della zona del maghreb e dell’Africa centrale: ci sono regolari che con la grande crisi economica del 2008 hanno perso il lavoro e, a cascata, la casa; poi ci sono persone che sono in attesa di avere risposte sulla loro richiesta di asilo, persone a cui è stata data risposta negativa e che hanno fatto ricorso, persone arrivate da altre parti d’Italia perché allontanate da altri centri di accoglienza.
Lo scorso 18 dicembre era stato annunciato un patto tra Comune di Reggio, Ausl, Regione e Stu Reggiane, con la partecipazione della Diocesi per quanto riguarda la gestione del volontariato da anni in capo alla Caritas. Il vescovo Massimo Camisasca, non senza attirarsi qualche critica dall’amministrazione per i modi, aveva in quell’occasione parlato di “tre mesi per risolvere la situazione ex Reggiane”, il sindaco Luca Vecchi aveva risposto che alle ex Reggiane non si parte dall’anno zero, che c’è un lavoro che dura da anni e che un contesto così particolare, con al centro delle persone, richiede un lavoro ben più ampio e profondo. L’obiettivo è comunque quello di arrivare a una svolta entro il 2021.
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