REGGIO EMILIA – Il Covid ha provocato conseguenze negative oltre che dal punto di vista sanitario, anche da quello sociale ed economico. E’ noto.
Se proprio vogliamo individuare qualche risvolto positivo possiamo, però, guardare alle presenze turistiche vicino a casa. Sì, perché la paura per i contagi e la voglia di evitare gli assembramenti hanno indotto molti a trascorrere periodi di villeggiatura o anche qualche semplice weekend nelle nostre montagne.
Il bilancio dei flussi turistici verrà stilato solo tra qualche settimana, ma è già possibile parlare di una stagione record per l’Appennino reggiano. “Già a maggio avevamo ricevuto molte richieste di informazioni per soggiornare qui e per affittare case”, ha detto Rachele Grassi, responsabile dell’ufficio Attività turistiche dell’unione Montana. Meno stranieri rispetto al passato, ma molte presenze provenienti dalle vicine province emiliane, ad esempio con case in affitto prese d’assalto.
“La quota di case prese in affitto da turisti è più che duplicata – dice ancora l’operatrice turistica – così come sono cresciute in maniera esponenziale le presenze nel nostro ufficio per chieder informazioni su escursioni, percorsi, visite a laghi o castelli, si tratta di presenze proveniente dal Modenese o dal Parmense, ma anche dalla Bassa reggiana”.
Un’esperienza di cui fare tesoro e che deve essere coltivata, visto che molti che hanno conosciuto l’Appennino reggiano per la prima volta questa estate potrebbero tornare in futuro: “Tante persone che risiedono in aree pur vicine – conclude la Grassi – non conoscevano la zona e ci hanno fatto sapere che desiderano tornare in futuro”.
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