REGGIO EMILIA – “Gli articoli che vi farò vedere pongono l’accento sul fatto che la procura di Reggio Emilia tiene volutamente fuori il Pd” dalle indagini: con queste parole, pronunciate il 3 novembre 2020 davanti alla prima commissione del Csm, il sostituto procuratore Maria Rita Pantani spiegò ai consiglieri la decisione di depositare agli atti una raccolta di articoli a sostegno dell’esposto contro il procuratore capo Marco Mescolini firmato insieme alle colleghe Chiesi, Salvi e Stignani.
Gli articoli consegnati al Csm sono stati pubblicati per lo più dai quotidiani e dai siti internet reggiani. Tra le testate nazionali, l’unica di rilievo è il Resto del Carlino, presente più che altro attraverso l’edizione locale. Gli altri articoli sono usciti su Il Riformista, Il Dubbio e La Verità. C’è anche un articolo del Secolo d’Italia, un tempo organo ufficiale del Movimento Sociale, e uno de La Voce del Patriota, sito internet di estrema destra.
Oltre un terzo degli articoli è dedicato alla cronaca del caso Palamara. Spesso si riportano i messaggi scambiati con Mescolini, ma non di rado si parla di altri magistrati che non hanno nulla a che fare con Reggio Emilia. Il grosso degli articoli – più di 50 su 120 – riporta invece prese di posizione di esponenti locali e nazionali del centrodestra contro Mescolini. Gli “esponenti politici e le figure istituzionali” a cui fa riferimento l’esposto hanno così un nome e un cognome: sono Marco Eboli, Tommaso Foti e Alessandro Aragona di Fratelli d’Italia; Maurizio Gasparri, Enrico Aimi, Galeazzo Bignami e Giovanni Paolo Bernini di Forza Italia; gli ex esponenti di Forza Italia e del Nuovo Centrodestra, Gaetano Quagliariello e Fabrizio Cicchitto. Per effetto delle loro critiche, si legge nell’esposto, la Procura “ha perso credibilità e autorevolezza”.
Nella rassegna stampa consegnata al Csm da Maria Rita Pantani ci sono anche alcuni articoli che riportano interventi a sostegno dell’allora procuratore, come quello di Cgil, Cisl e Uil e quello firmato da diversi amministratori locali del Pd e da Graziano Delrio, all’epoca capogruppo alla Camera. Ma quest’ultimo intervento viene considerato dalle quattro firmatarie dell’esposto come la prova della fondatezza delle accuse mosse a Mescolini. Infine, nelle circa 250 pagine consegnate ci sono alcuni documenti che non sono articoli di giornale e meritano un capitolo a parte. (2/continua)
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