REGGIO EMILIA – Il caso è emerso dopo l’ispezione dei carabinieri del Nas di Parma in uno studio dentistico in città: un odontotecnico è stato sorpreso mentre eseguiva pratiche di competenza del dentista. Inoltre, i locali non avevano i necessari permessi: ambulatorio e macchinari sono stati posto sequestro.
Gianluca Davoli, presidente della commissione albo Odontoiatri: “Secondo la mia opinione questa è la punta dell’iceberg, perché anche sul nostro territorio l’esercizio abusivo della professione odontoiatrica è molto diffuso e sicuramente, almeno negli anni in cui io sono stato presidente del consiglio, abbiamo avuto un numero rilevante di casi. Tutti gli anni succede”. L’odontotecnico e l’odontoiatra presente nello studio sono stati denunciati in concorso per esercizio abusivo della professione sanitaria e avvio di attività sanitaria senza autorizzazione.
Dal punto di vista penale, rischiano la confisca definitiva dell’ambulatorio, una sanzione fino a 75 mila euro e fino a cinque anni di reclusione. Poi interviene l’ordine: “L’azione ordinistica consiste nella celebrazione di un procedimento disciplinare. Se il sanitario viene riconosciuto colpevole degli addebiti subisce una sanzione che è molto pesante, perché va da uno a tre anni di interdizione dalla professione”, ha aggiunto Davoli.
Per contrastare il fenomeno, la collaborazione tra l’ordine degli odontoiatri e la procura si è intensificata. Anche i pazienti possono avere degli strumenti: “Nell’ambito di tutte le professioni protette, la prestazione deve essere effettuata dalla persona laureata, abilitata e iscritta all’albo. Qualora la prestazione sia resa da una persona non abilitata, e questa è una norma di diritto civile, chi ha effettuato la prestazione non ha diritto alla corresponsione della parcella”, ha concluso Davoli.
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