BORETTO (Reggio Emilia) – Le immagini del drone realizzate all’altezza dell’impianto idrovoro di Boretto offrono uno sguardo inconsueto di un fenomeno tipico: il calo della portata del Po nei mesi estivi. La risalita seguita alle piogge di giugno si è ormai esaurita, il picco è superato e il Grande Fiume è tornato ai livelli tipici del periodo.
L’idrometro di Boretto segna -3,13 metri: siamo ancora oltre un metro sopra il minimo storico del luglio 2015. La portata si è allineata a quella dell’anno scorso. Il calo del livello delle acque porta alla formazione dei caratteristici “spiaggioni”, ma la situazione per ora non desta particolari allarmi. Le idrovore lavorano bene, pompando acqua dal fiume per destinarla all’irrigazione dei campi. Il merito è soprattutto dei grandi laghi: Garda, Maggiore e in misura inferiore il lago di Como hanno percentuali di riempimento elevate per il periodo. E i bacini di monte alpini registrano valori rassicuranti.
Nei giorni scorsi il segretario generale del distretto del Po, Meuccio Berselli, ha notato con soddisfazione che finora non sono pervenute richieste di deroghe al deflusso minimo vitale. Il livello di criticità è dunque basso, ma è chiaro che in assenza di nuove precipitazioni le situazioni critiche si acuiranno, soprattutto in Val d’Enza.
Ieri Nicola Bertinelli, presidente regionale della Coldiretti, intervenendo all’assemblea dell’associazione nazionale delle Bonifiche, ha sottolineato che in Italia l’89% dell’acqua piovana va perduta per carenze infrastrutturali. “Serve un piano di investimenti – gli ha fatto eco il direttore della Coldiretti reggiana, Maria Cerabona – per realizzare invasi e bacini di accumulo per raccogliere l’acqua e metterla a disposizione dell’agricoltura nelle aree, come la Val d’Enza, che durante il periodo estivo restano a secco”.
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