REGGIO EMILIA – La situazione ha del paradossale. Da una parte si completano ristrutturazioni e si avviano cantieri per nuove strutture chiamate ad accogliere studenti, dall’altra proprio i diretti interessati scelgono di andare altrove.
Rispetto a un anno fa, all’appello manca una matricola su quattro. Da 3.939, gli iscritti ai primi anni dei 26 corsi tra triennali, a ciclo unico e magistrali, sono diminuiti di oltre mille unità. Oggi se ne contano infatti 2.917. Una diminuzione ben più accentuata rispetto alla media nazionale che fotografa sotto i cinque punti percentuali la fuga dalle immatricolazioni. Una flessione in linea con quella della sede modenese di Unimore.
Per spiegare l’andamento reggiano il prorettore Giovanni Verzellesi parla di un effetto di distorsione provocato dall’introduzione dell’accesso a numero programmato decisa l’anno scorso per cinque corsi di laurea che da soli valgono il 90% del ridimensionamento numerico avvenuto.
Sguarniti di nuovi iscritti sono rimasti Marketing e Organizzazione d’impresa, calato del 45%, Scienze della comunicazione, -29%, e Scienze dell’educazione, -36%; -43% è il dato di Ingegneria meccatronica, che da 160 passa a 90 matricole, meno della metà rispetto alle 200 previste. C’è poi il caso eclatante di Scienze e tecnologie agrarie e degli alimenti, i cui nuovi iscritti sono passati da 211 a 25, diminuiti dell’88%. Il tetto era stato messo a 100 studenti, che è la capienza dell’aula. Proprio la scarsità di spazi per la didattica aveva portato alla scelta del numero chiuso.
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