REGGIO EMILIA – “Accogliamo positivamente la decisione della Regione che, per prima in Italia, ha ridato il via libera all’attività venatoria per chi svolge attività di controllo faunistico, sotto il coordinamento delle Polizie Provinciali”. Commenta così Maria Cerabona, direttore Coldiretti Reggio Emilia, il provvedimento che permette la ripresa della caccia giustificata da comprovati motivi di lavoro all’interno del territorio regionale. Ciò consente ai cacciatori di selezione e a quelli individuati dagli ATC di ricominciare la caccia agli ungulati, in particolar modo ai cinghiali, che causano sempre più danni alle colture degli imprenditori agricoli, complice anche lo stop dovuto alle misure anticovid, e rappresentano un grave pericolo per l’incolumità dei cittadini a causa di incidenti stradali.
L’incontrollata proliferazione degli animali selvatici, con il numero dei cinghiali che ha superato, in Italia, abbondantemente i due milioni, con una diffusione che ormai si estende dalle campagne alle città, rappresenta inoltre un pericolo per la salute – precisa Coldiretti Reggio Emilia – anche per i rischi provocati dalla diffusione di malattie come la peste suina. Un pericolo denunciato recentemente dalla stessa virologa Ilaria Capua che ha parlato del rischio effetto domino se oltre al Covid la peste suina passasse in Italia dagli animali selvatici a quelli allevati.
Considerata la facilità di trasmissione – specifica Coldiretti – ci auguriamo venga scongiurata l’importazione di suini dalle zone infette per evitare il contagio e il conseguente danno economico che rischiano le imprese.
“Non più tardi di due settimane fa – commenta la Cerabona – avevamo denunciato il rischio per gli allevamenti suini, che contano nella nostra provincia quasi 260 mila capi allevati, legato all’importazione di animali vivi provenienti o in transito dalle zone interessate dai casi di peste suina. Sulla scia della medesima preoccupazione – conclude il direttore Cerabona – avevamo anche richiesto di vietare l’acquisto di selvaggina, lepri in particolare, da paesi stranieri in cui è diffusa la peste suina africana o altre epizoozie”.
La Regione si è pronunciata favorevolmente anche in questo senso, non autorizzando l’immissione di lepri estere, in linea con il piano faunistico regionale e in modo tale da limitare i rischi di contagio verso i nostri allevamenti.
Emilia Romagna, riaperta la caccia per il controllo del cinghiale
20 novembre 2020Prima regione in Italia. Coldiretti Reggio Emilia: “Accolte le nostre richieste per contenere i danni alle colture e i rischi di contagio di peste suina”













