REGGIO EMILIA – Il centrosinistra reggiano festeggia una vittoria la cui ampiezza è andata molto al di là delle previsioni. In provincia di Reggio Bonaccini ha ottenuto il 55%, mentre il Pd ha rinsaldato il ruolo di primo partito a livello provinciale.
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Un Partito Democratico che a sorpresa guadagna 10 punti sulle Politiche del 2018 e 5 sulle Europee del maggio scorso: chi se l’aspettava? Eppure è questo uno dei fattori che spiegano un’affermazione di Stefano Bonaccini molto più netta del previsto. Se a livello regionale il vantaggio su Lucia Borgonzoni è stato di 8 punti, in provincia di Reggio è stato di 16. A trainare il centrosinistra è stato lo stesso candidato presidente, che ha vinto in 29 comuni su 42, travolgendo la Borgonzoni nel capoluogo, nella cintura di Reggio e in tutta la Bassa orientale.
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Contestuale al successo di Bonaccini c’è la ripresa del Pd: dal 29% delle Politiche 2018, al 34,8 delle Europee del maggio scorso fino al 39,4% alle Regionali di domenica. Il Pd, come mostra questa mappa, è risultato il primo partito in 27 comuni, il più meridionale dei quali è Vezzano. Sei quelli in cui il partito di Zingaretti ha superato il 45%: Correggio, Scandiano, Novellara, Luzzara, Reggiolo e infine Fabbrico, dove è stata superata la maggioranza assoluta. Nel campo del centrosinistra sono da segnalare anche i risultati della Lista Bonaccini presidente, con il 5,8%, e di Emilia-Romagna Coraggiosa, che ha sfiorato il 4%, mentre Verdi e Più Europa si sono dovuti accontentare delle briciole.
La ripresa del centrosinistra è particolarmente vistosa nel comune capoluogo. Qui la coalizione è passata dal 42% di Delrio e Tutino nel 2018 al 49% di Vecchi al primo turno delle scorse Comunali al 59% di Bonaccini: da 38mila voti a 49mila in meno di due anni.

Federico Amico (Emilia Romagna Coraggiosa) al momento del voto
ER Coraggiosa: “Ottimo risultato”
“Siamo molto soddisfatti del risultato ottenuto a Reggio – scrivono i coordinatori di Emilia Romagna Coraggiosa Lanfranco de Franco, Roberto Pavarini, Antonio Casella – Il 3,94% (10.069 voti) in provincia e il 5,45% (4189 voti) a Reggio città rappresentano un grandissimo risultato per un progetto e un simbolo nuovo, presentato appena due mesi fa, senza richiami a forze politiche nazionali. Un risultato ottenuto grazie ai tanti attivisti e simpatizzanti che in queste settimane si sono avvicinati alle nostre proposte e hanno contribuito a costruire un progetto che unisce forze politiche, civiche e associative in ambito ecologista e progressista. Un grande ringraziamento anche ai nostri candidati, che hanno ottenuto un ottimo riscontro in termini di preferenze personali, a partire dalla capolista Elly Schlein, recordwoman a livello regionale con 22.098 voti, di cui ben 3.896 a Reggio Emilia. Ma anche Federico Amico con ben 2168 voti di cui 1181 in città, Sergio Guaitolini 672, Elena Maccaferri 390, Mara Bertoldi 221 e Wassili Orlandi con 186, molti dei quali della montagna reggiana. Ora la sfida è non disperdere la fiducia raccolta, come purtroppo è stato fatto tante volte in passato a sinistra, e far crescere la rete di persone, tra cui molti giovani, che si sono attivate intorno a questo nuova lista. Dobbiamo continuare ad ascoltare i cittadini sui bisogni di ogni giorno, valorizzando in particolare i temi e gli ambiti su cui si è concentrata la proposta politica di Coraggiosa grazie anche alle competenze specifiche dei candidati. L’ottimo risultato alle urne dice che possiamo essere decisivi nell’indirizzare le scelte della nostra Regione: continuiamo a lottare per un futuro sostenibile e senza disuguaglianze”.
Dario De Lucia (consigliere comunale Pd a Reggio)
Penso sia necessaria una riorganizzazione politica e umana del Partito Democratico. Abbiamo tenuto la situazione ma compare anche nei collegi dove abbiamo vinto in Emilia uno squilibrio tra i capoluoghi e le periferie, in particolare delle zone più marginali della nostra Provincia (vedi Appennino e rive del Po).
Per non arrivare sempre con il fiatone e lasciare tutto sulle spalle dei singoli candidati occorre ricreare il senso di comunità e lavorare di più di prossimità anche al di fuori del momento elettorale. Non penso che questo sia stato un voto per il PD – che è al 34,69% rispetto al 31,95% della Lega – ma più un voto per Bonaccini o del candidato locale del proprio collegio unito alla poca fiducia e timore rispetto alla proposta di Borgonzoni e dell’arroganza leghista.
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