REGGIO EMILIA – La richiesta di regolarizzazione degli immigrati, conclusasi il 15 agosto e riservata a lavoratori in agricoltura e nei servizi domestici, segna più 26% nella nostra città rispetto all’ultima edizione del 2012.
“Una operazione che purtroppo non fa emergere tutta l’irregolarità presente sul territorio”, le parole di Domenico Chiatto, segretario Cisl Emilia Centrale. Nel complesso, a Reggio Emilia sono state registrate 3.654 domande di sanatoria di cui 96% per lavoratori domestici e il 4% in agricoltura (di questi circa il 30% di etnia pakistana), nel 2012, anno dell’ultima sanatoria furono 2899. Si tratta, in prevalenza, di regolarizzazioni di lavoratori domestici. Tra questi ultimi, il lavoro di assistenza e cura alla persona rappresenta circa un 30% del totale delle domande.
“Rispetto ai dati generali – prosegue il sindacalista Cisl – è evidente che la sanatoria non abbia raggiunto i suoi obbiettivi, con riferimento alle poche domande relative al lavoro agricolo. Anche a Reggio Emilia queste sono la minoranza, ma per le caratteristiche della agricoltura del nostro territorio dove queste forme di lavoro irregolare sono meno presenti rispetto ad altre aree per le quali è necessario comunque fare un grande lavoro per evitare la prosecuzione dello sfruttamento dei migranti”.
Balza inoltre agli occhi come i patronati, nel complesso, abbiano raccolto circa un quarto delle domande a fronte di costi estremamente contenuti e assistenza qualificata, mentre il resto è stata inoltrata da soggetti cosiddetti “privati”.
Nonostante i limiti citati, in Italia oggi a 207mila persone sono riconosciuti diritti e doveri e la possibilità di costruirsi un futuro nel nostro Paese: “Un risultato pressoché insperabile”, ha concluso Chiatto.














