REGGIO EMILIA – L’equilibrio è sempre più precario. L’allarme rosso è scattato da oltre una settimana. Finora, di ricadute gravi sull’agricoltura del nostro territorio, dal punto di vista delle irrigazioni, non se ne sono registrate. Questo perché, grazie a interventi di manutenzione straordinaria, l’impianto idrovoro di Boretto non ha mai smesso di funzionare. Il taglio imposto ai prelievi dal Po è del 20%. Una stretta destinata a inasprirsi qualora peggiorasse le condizioni di salute del Grande Fiume.
I suoi afflussi sono infatti in costante decrescita. Lo sottolinea il consorzio dell’Emilia Centrale, il cui Cda si è riunito presso l’impianto consortile di Boretto, da cui dipende la disponibilità di acqua di un’area vasta 210mila ettari tra le province di Reggio Emilia, Modena e Mantova. Nel paese rivierasco, nelle ultime ore, il livello del Po ha segnato -4,35 metri rispetto allo zero idrometrico. Un valore inferiore di 16 centimetri rispetto al mimino storico registrato nel 2006.
Da salvaguardare, per evitare anche sanzioni da parte dell’Unione europea, è la portata del fiume, in modo da assicurare il flusso dell’acqua a valle. Dall’ultimo bollettino risulta che il cuneo salino sia salito attorno ai 23 chilometri dalla foce, proprio a causa delle basse portate transitanti. “Finché sarà possibile derivare – sottolinea il consorzio – verrà garantita l’acqua al comparto agricolo, sempre restando in linea coi dettami regionali e distrettuali”. Nel principale impianto che attinge dal Po proseguono, intanto, i lavori di adeguamento necessari a prelevare l’acqua più in profondità. L’obiettivo è di aggiornare almeno dieci delle 28 pompe presenti.
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