REGGIO EMILIA – “Quest’anno purtroppo la siccità ci sta mettendo a dura prova per quanto concerne le colture che abbiamo in campagna: dai vigneti ai frutteti, dai cereali e ai medicai per la zootecnia. Abbiamo avuto un aumento dei costi aziendali sproporzionati, pur avendo avuto in alcune zone la tranquillità di avere la disponibilità di acque irrigue”.
Luca Torelli è il titolare dell’omonima azienda agricola a conduzione famigliare di Villa Sesso. L’attività, concentrata in particolare sui vigneti, dopo la pandemia, i rincari energetici e la presenza degli scafoidei, un tipo di insetto che colpisce queste piante, ora è messa a dura prova dalla siccità: “Abbiamo saputo, purtroppo, di questa carenza idrica. Se si dovesse affrontare un’ulteriore riduzione di prelievo da Po, considerando l’andamento climatico di queste ultime settimane, non si escludono altre irrigazioni perchè vediamo che i vigneti sì sono in anticipo, ma davanti abbiamo un altro mese”.
Le indicazioni del nuovo bollettino dell’Autorità distrettuale del fiume Po riguardano proprio la riduzione del 20% dei prelievi irrigui. Soluzione necessaria ma a cui si sta cercando un’alternativa: “Quello che noi chiediamo è che si dia immediatamente corso alla liberazione di acqua dai bacini ad uso idroelettrico presenti in montagna, che potrebbero in questo modo contribuire a portare sollievo a questa situazione”, è la proposta di Lorenzo Catellani, presidente di Cia Reggio Emilia.
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