REGGIO EMILIA – “Noi abbiamo avuto sintomi di Covid19, abbiamo chiamato la sanità qui in Brasile e ci hanno messo in quarantena e stiamo aspettando per un test. Qui la sanità è al collasso, siamo in pericolo”. Il reggiano Gerardo Santonicola è bloccato in Brasile dallo scorso 28 febbraio. Nella città di Fortaleza insieme alla moglie Maria e al figlio Samuel per motivi familiari, Gerardo sta vivendo in pieno l’emergenza Covid19 che sta provocando numerosi contagiati e vittime. Il quadro che emerge dal suo racconto è preoccupante.
“Qui in Brasile la situazione sta peggiorando di giorno in giorno, gli ospedali non prendono più le persone. E’ brutto dirlo ma lasciano morire le persone a casa“.
Un viaggio che doveva inizialmente durare tre settimane, poi lo scoppio della pandemia ha ritardato la ripartenza fino a questi giorni. Dal 19 marzo sono sette i voli cancellati per rientrare in Italia, l’ultimo datato per il 5 giugno. Tantissimi i connazionali che, insieme a Gerardo, si trovano nella stessa situazione.
“Abbiamo fatto un gruppo su Whatsapp e siamo veramente disperati. Gente che ha comprato 8-9-10 mila euro di biglietti ed è ancora ancora qui bloccata, persone che hanno finito i soldi. Come del resto la mia famiglia, ora dobbiamo pagare un albergo. La gente è disperata. Noi non abbiamo un aiuto dalle istituzioni, ci hanno abbandonato“.
La famiglia Santonicola si è stabilita per diversi giorni all’interno di una delle favelas, dove risiedono i familiari della moglie di Gerardo. Da lì la scelta di cercare un albergo per salvaguardare la salute della famiglia. “Ora siamo in un albergo ma prima eravamo in una favela. La situazione non era bella perché le persone non rispettano la legge. C’era un campo davanti a casa ed erano in 30 a giocare tutte le sere, senza mascherina e protezioni. L’igiene poi è quello che è. Siamo andati via”.
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