REGGIO EMILIA – Sono sempre più preoccupati i parrucchieri e gli estetisti di Reggio, due categorie che, secondo il decreto del presidente del consiglio potranno riaprire solo dal primo giugno. Chiedono sostegno economico e soprattutto di poter riaprire. Hanno messo in campo diverse iniziative di protesta.
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L’hanno chiamata “Covid Roulette” e come campagna social è decisamente d’impatto. Come in una roulette russa infatti, la paura di parrucchieri ed estetisti è proprio quella di non sopravvivere all’emergenza sanitaria. Centri e saloni sono chiusi dall’11 di marzo, la previsione è quella di riaprire il primo giugno, dopo quasi tre mesi. “Servono finanziamenti immediati a fondo perduto”, dicono in coro assistiti dalla Cna: “Chiediamo di aprire il prima possibile – sottolinea – perché per noi questa lunga attesa è molto difficile”. E serve chiarezza rispetto agli adeguamenti richiesti: “Ci siamo adeguati con i dispositivi di sicurezza richiesti, o comunque che abbiamo capito che dovevamo fare, ma ancora oggi non abbiamo ancora capito che cosa dobbiamo fare”.
In provincia di Reggio si contano 600 saloni di parrucchieri e 400 centri estetici. Ci sono attività storiche che si tramandano da generazioni, piccoli negozi gestiti con passione da un solo addetto ma anche centri con più di dieci dipendenti per i quali è necessaria la cassa integrazione. Una intera categoria che si sente abbandonata: “L’Italia è famosa per il Made in Italy, ed è merito in gran parte dell’artigianato. Ci meritiamo di essere trattati un po’ meglio di così”.
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