REGGIO EMILIA – Nonostante l’emergenza Coronavirus la Caritas diocesana continua a garantire 350 pasti al giorno a chi è in difficoltà. Il tutto nel rispetto delle normative e delle restrizioni vigenti. Non solo attività di mensa, ma anche di accoglienza.
Dormitori e strutture di accoglienza, stabili o di emergenza, si sono riconvertiti in strutture H24, garantendo una casa, seppur provvisoria, anche a chi non l’aveva. Tutto questo è reso possibile da un mare di volontariato: nelle parrocchie che mettono a disposizione le accoglienze invernali, nella mensa che prepara e consegna i pasti, in chi si mette a disposizione per fare da fattorino per raccogliere o consegnare cibo.
Ci sono anche persone che hanno deciso di dedicare tutto questo tempo di emergenza a favore di queste strutture, trasferendosi di casa. E’ l’esempio di Luca Cilloni, “Cillo” per gli amici, giovane ventiseienne (scout, impegnato in parrocchia, volontario di Operazione Colomba in Libano) che si è trasferito presso il dormitorio Caritas dell’ex-Ifoa. Insieme a Saul, suo coetaneo, garantiscono l’apertura e la presenza affinché il dormitorio sia sempre aperto.
Ci sono altri esempi di trasferimento di casa in modo da sostenere situazioni che, a causa del Coronavirus, si sono fatte difficili. Don Giordano Goccini, parroco di Novellara e don Giovanni Ruozi, parroco di Castelnovo Monti, hanno fatto la valigia e si sono trasferiti presso la Casa della Carità del loro paese, per garantire il servizio necessario a sostegno degli ospiti della struttura che ha visto calare drasticamente il flusso di volontari che c’era in precedenza. E così hanno fatto altri ausiliari e volontari, dedicando 2-3 settimane di tempo per fermarsi in modo stabile presso una Casa della Carità.
Le Case della Carità sono ambienti familiari e non strutture assistenziali, basate solamente sul lavoro di tantissime persone che passano dalla Casa durante il giorno per fare i più diversi servizi. Con l’isolamento resosi necessario a seguito delle direttive e dei decreti, alcune strutture sono andate in difficoltà e hanno dovuto affrontare anche malattie interne che hanno complicato ulteriormente la gestione quotidiana.
La Caritas diocesana sta raccogliendo disponibilità di questo tipo e coordina la richiesta che, in modo particolare, oggi viene dalle Case della Carità. Per rendersi disponibili è necessario scrivere una mail a segreteria@caritasreggiana.it e verrà ricontattato per un colloquio telefonico.
Come fare una donazione alla Caritas
L’impegno eccezionale profuso in queste settimane è reso possibile anche da aiuti economici straordinari a sostegno delle sempre crescenti spese: Caritas Italiana ha messo a disposizione un contributo di 10mila euro, derivante dallo stanziamento della Cei in occasione di questa emergenza. Anche una piccola offerta è un modo per essere solidali in questo momento così difficile, gesto possibile da parte di tutti che si unisce allo sforzo diretto di tanti volontari che operano ogni giorno per garantire i servizi.
Le offerte possono essere versate sul Conto Corrente Bancario n. 27543 presso Ag. 68 di Reggio Emilia di Emilbanca
IBAN: IT75 G070 7212 8050 6822 0127 543 con causale “Emergenza Coronavirus” oppure tramite i canali telematici segnalati sul sito (donazioni con carta di credito, PayPal e Satispay).