REGGIO EMILIA – Prima dell’epidemia Covid il Comune di Reggio, nel corso del 2019, si era dovuto occupare di 105 nuclei famigliari alle prese con una temporanea difficoltà a trovare un’abitazione. Nell’arco di quattro anni il numero di situazioni è più che raddoppiato. Oggi si contano 236 nuclei famigliari ai quali i servizi sociali hanno trovato una sistemazione provvisoria. Per un terzo si tratta di persone singole, ventotto casi riguardano mamme con bambini, mentre i restanti, e se ne contano 128, sono famiglie composte almeno da tre persone.
Otto sono i nuclei al momento ospitati in albergo oppure presso la struttura “Casa Berta”, in via dell’Abadessa, gestita dalla cooperativa sociale Dimora d’Abramo. E in lista ci sono altre 111 richieste di un posto in cui accasarsi in attesa di uscire dall’emergenza abitativa. Le soluzioni adottate solitamente prevedono che l’amministrazione copra parzialmente le spese per l’alloggio.
In diversi casi i servizi sociali intervengono in aiuto di utenti che non sarebbero di loro competenza in quanto in possesso di un reddito sopra la soglia di povertà, e privi di problemi come la non autosufficienza di alcuni famigliari oppure la difficile gestione di minori.
Una diminuzione, del 12%, avvenuta nel giro di quattro anni, si registra invece per quanto riguarda la lista d’attesa per l’assegnazione di un alloggio di edilizia residenziale pubblica.
In coda risultano tuttavia 877 domande. Questo alla fine del 2023. Un numero che si potrebbe abbattere del 40% se fossero disponibili le case popolari che al momento non possono essere utilizzate poiché necessitano di lavori di ripristino. Gli appartamenti da recuperare sono 373, pari al 13% dei complessivi 2791 alloggi popolari della città.
Una cinquantina di appartamenti verrà recuperata nel corso del 2024 con fondi straordinari della Regione. Altri 180 saranno invece interessati da un piano straordinario comunale della durata di due anni.