REGGIO EMILIA – Per fronteggiare l’emergenza abitativa, nel 2022 il Comune di Reggio ha speso mezzo milione di euro. Circa 80 le famiglie aiutate, con una media di spesa di 6.250 euro, da 25 a 30 i nuclei assistiti contemporaneamente dai servizi sociali, a volte per giorni, spesso per settimane o qualche mese. Soldi spesi per aiutare chi si trova all’improvviso senza un tetto, e contribuire a trovare una sistemazione in un albergo, in un bed & breakfast o in appartamenti, anche turistici, come quello trovato per la famiglia di Fares Latamna di cui vi abbiamo raccontato ieri: un bilocale con canone giornaliero di 90 euro in via Liebig, 2700 euro al mese, a carico dei servizi sociali per circa l’80% da sette mesi. Tutto in attesa di trovare qualcosa di meglio.
Con quattro figli in un bilocale a 2700 euro al mese trovato dai servizi sociali. VIDEO
Se non ci saranno scossoni inattesi, nel mese di maggio i quattro figli di Latamna – che nel frattempo è stato costretto a lasciare il lavoro per malattia, ed è in attesa di collocamento mirato in una nuova azienda – potranno trasferirsi in un alloggio Ers (edilizia residenziale sociale). Resta però il tema dell’emergenza abitativa in una città dove i prezzi, anche delle locazioni a lungo termine, continuano a crescere e dove per determinate persone è più difficile convincere il padrone di casa. Senza case disponibili, con circa 400 appartamenti di edilizia pubblica non assegnabili perché mancano i fondi per ristrutturarli, anche i servizi sociali sono costretti a ricorrere alle soluzioni offerte dal mercato. E il mercato, si sa, non guarda in faccia a nessuno.
Per i servizi sociali e per l’assessorato al welfare non si tratta dell’unico fronte emergenziale. Dall’inizio dell’anno sono già arrivati in città circa mille migranti. Un flusso significativo se si considera che in tutto il 2017, quando si registrò un’impennata di arrivi, furono accolte 1800 persone. Tra loro molti minori non accompagnati, e per la sola accoglienza e il mantenimento di questi ultimi nel 2022 il Comune ha speso due milioni di euro, solo marginalmente rimborsati dallo Stato, come sottolineato in una recente intervista a Telereggio dall’assessore Daniele Marchi. (2/continua)
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